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I due piloti che si abbatterono a vicenda nella Seconda Guerra Mondiale e che rimasero amici per tutta la vita

Durante la Seconda Guerra Mondiale, un aereo tedesco e uno britannico si abbatterono a vicenda in Norvegia. Entrambi gli equipaggi sopravvissero alla caduta, ma si trovarono dispersi nel nulla nel rigido clima norvegese. Le due squadre si incontrarono e si aiutarono a vicenda per sopravvivere. Due dei piloti, dopo la guerra, continuarono a farsi visita e rimasero amici per tutta la vita.

Pubblicato il 17/11/2021

Nei primi giorni della Seconda guerra mondiale, gli inglesi stavano combattendo per liberare la Norvegia dai nazisti. Mentre i piloti di due aerei combattevano ferocemente, non avrebbero mai potuto immaginare di star per stringere un'amicizia destinata a durare tutta la vita.

Il combattimento aereo si svolse nel pieno di una tempesta di neve. Erano coinvolti un bombardiere tedesco Heinkel He 111 e tre caccia B-24 Skua britannici. L'aereo tedesco, in minoranza, si schiantò sulle montagne sopra un lago ghiacciato. Pochi minuti dopo, anche uno degli Skua britannici cominciò a perdere quota, e fu costretto ad un atterraggio di emergenza su quello stesso lago.

Aerei della seconda guerra mondiale che sorvolano l'acqua in missione

Era la primavera del 1940, ma in quella montuosa zona della Norvegia le temperature erano rigidissime. Il pilota britannico, il capitano R.T. Partridge e il suo operatore radio, il tenente R.S. Bostock, sopravvissero al duro atterraggio, dirigendosi verso una casa abbandonata che sembrava appartenere a un cacciatore di renne. Appena arrivati, videro tre uomini avanzare attraverso la neve. Erano ciò che restava dell'equipaggio del bombardiere Heinkel. Non sembravano avere l'aria molto amichevole.

Sia l'equipaggio britannico che quello tedesco avevano camminato attraverso la neve pesante e il gelo, fino alla cabina ormai deserta. In qualche modo, gli inglesi riuscirono a convincere i tedeschi che il loro aereo non era il Blackburn Skua che aveva abbattuto il loro, ma piuttosto un bombardiere Vickers Wellington che era stato abbattuto dalla Luftwaffe.

Quella era, ovviamente, una bugia. Ma i tedeschi erano armati di pistole e coltelli, ed era più saggio mentire. Alla fine arrivarono a un accordo: i tedeschi potevano prendere la capanna; gli inglesi avrebbero continuato nella neve. Per quel giorno, nessun altro sarebbe dovuto morire.

I due aviatori britannici si diressero verso la cittadina di Grotli, località di villeggiatura estiva che al momento era totalmente deserta. Irrompendo in un albergo, i due uomini riuscirono a passare la notte in relativa comodità. Quando arrivò il mattino, i tedeschi si presentano alla porta. Ma non avevano cattive intenzioni: avevano deciso di portare agli altri la colazione.

I due equipaggi decisero che avrebbero dovuto collaborare per sopravvivere alla loro situazione. Erano entrambi lontani dalle loro linee e non avevano modo di comunicare. Nessuno sapeva di doverli venire a cercare.

Partridge e il sergente tedesco Strunk si recarono in perlustrazione della zona, in cerca di altre persone e per vedere se nelle vicinanze c'erano città popolate. Quasi immediatamente, in piena vista dall'albergo abbandonato, incontrarono una pattuglia sciistica norvegese. Un poliziotto sparò un colpo di avvertimento al duo e Partridge si gettò a terra. Strunk alzò le mani in aria.

Bostock, l'altro britannico, uscì dall'hotel appena in tempo per vedere Strunk prendere la sua pistola ed essere colpito dai norvegesi. Gli altri due tedeschi, il pilota Capitano Horst Schopis e il meccanico Joseph Auchtor, furono catturati e mandati nella vicina città di Stryn come prigionieri di guerra. Sarebbero finiti in Canada, dove trascorsero il resto della guerra.

Partridge e Bostock riuscirono a convincere la pattuglia che erano alleati, mostrando loro la valuta britannica. Una volta in Inghilterra, i due aviatori furono riportati in servizio, prendendo parte a un raid aereo vicino a Trondheimsfjord, dove Bostock fu ucciso e Partridge fu abbattuto e catturato, trascorrendo il resto della seconda guerra mondiale in un campo di prigionia della Luftwaffe.

Sia Partridge che Schopis sopravvissero alla guerra da prigionieri, e continuarono a scrivere libri sulle loro esperienze. Decenni dopo, Partridge chiamò Schopis e i due si incontrarono più volte nel corso degli anni, in particolare nelle rispettive città natale di Londra e Monaco di Baviera. I due si riunirono per l'ultima volta nella città di Grotli nel 1974, dove sorgeva l'albergo abbandonato che un tempo avevano occupato per fare colazione insieme.

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