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L'ostracismo: nella Atene classica, i cittadini potevano espellere chi minacciava la democrazia
Nella Atene classica, la prima democrazia del mondo, esisteva un processo chiamato ostracismo. Una volta all'anno, i cittadini potevano votare il politico che ritenevano più distruttivo per il processo democratico. Il "vincitore" veniva bandito da Atene per 10 anni.

L'ostracismo (ὀστρακισμός) era una procedura che risultava nell'espulsione di qualcuno per ben 10 anni. Veniva usata per neutralizzare i potenziali tiranni. Ancora oggi, "ostracismo" si riferisce all'esclusione o all'emarginazione di qualcuno.

L'Acropoli di Atene di Leo von Klenze // Wikimedia
Il nome deriva dalla parola ostraka: erano i pezzi di ceramica usati per votare (al posto del papiro, che era troppo costoso).
Il processo iniziava con l'assemblea degli Ateniesi, che votava per decidere se effettuare o no un ostracismo. Il voto avveniva nel sesto dei dieci mesi che, solitamente, erano dedicati agli affari riguardanti la democrazia (corrispondenti al gennaio o febbraio del calendario gregoriano). Se il voto era "sì", due mesi dopo si sarebbe tenuto l'ostracismo.
Una zona dell'agorà veniva appositamente predisposta per raggiungere i "voti" da parte dei cittadini: bastava dare il nome di chi si voleva ostracizzare a uno sriba: questo lo incideva su uno dei pezzi di ceramica e lo depositava nell'urna.
C'era però un quorum da raggiungere (come per molti dei referendum odierni). Secondo Plutarco, il quorum era di 6000 votanti. Secondo invece un frammento di Filocoro, 6000 dovevano essere i voti ricevuti dal "vincitore" dell'ostracismo.
L'ostracismo non fu in vigore per tutto il periodo della democrazia ateniese, ma solo nel V secolo a.e.v.

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