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Nel XIX secolo gli americani bevevano, in media, 90 bottiglie di whiskey all'anno
Nel XIX secolo gli americani bevevano, in media, 90 bottiglie di whiskey all'anno, o 1,7 bottiglie alla settimana. Questo era anche dovuto al fatto che, al tempo, il whiskey veniva venduto a 25 centesimi al gallone. Questo lo rendendeva più economico del vino, della birra, del tè, del caffè e anche del latte.
Un tempo gli Americani bevevano letteralmente tutto il giorno. La voglia di alcol dell'America coloniale condusse, in seguito, al proibizionismo, ovvero al totale divieto di consumare alcol che entrò a far parte della costituzione americana negli anni '20 del 1900. Nel secolo precedente, invece, l'americano medio beveva 90 bottiglie di superalcolici all'anno.
La media nel consumo di alcol nella popolazione era di 1,7 bottiglie alla settimana, tendenzialmente di whiskey. Considerando che c'era sicuramente qualche astemio, possiamo immaginare che ci fossero molti americani che scolassero bottiglie su bottiglie di alcol in ogni periodo dell'anno.
Nel libro Last Call: The Rise and Fall of Prohibition, l'autore Daniel Okrent attribuì il forte consume di alcol negli Stati Uniti al boom economico avvenuto nella "Corn Belt", la zona del Midwest che fornì all'America una gran quantità di materia prima. Divenne più economico e redditizio trasformare il mais e il frumento in whiskey, piuttosto che esportarli verso i mercati ad oriente.
Negli anni '20 del XIX secolo, quindi, il whiskey veniva venduto a un prezzo stracciato: appena 25 centesimi al gallone. Era più economico del vino, della birra, del tè, del caffè e persino del latte. Le distillerie fioccarono, e nel 1810 erano quintuplicate rispetto a vent'anni prima.
Il viaggiatore inglese Frederick Marryat, nel suo libro A Diary in America del 1837, notò come bere fosse sinonimo di celebrazione e dolore: "Sono sicuro che gli americani non possono risolvere nulla senza un drink. Se ti incontri, bevi; se ti dici addio, bevi; se fai conoscenza, bevi; se concludi un affare, bevi; litigano bevendo e fanno pace bevendo. Bevono se fa caldo; bevono se fa freddo. Se vincolo le elezioni bevono e si rallegrano; se perdono, bevono e imprecano; iniziano a bere presto di mattina, e finiscono tardi la sera; cominciano presto nella vita e continuano finché non cadono nella tomba".
C'era un periodo in cui, probabilmente, molte persone passavano le loro giornate lavorando nei campi, e questo probabilmente non richiedeva molta concentrazione. Vivendo in comunità ristrette, le persone potevano tenersi d'occhio e intervenire se qualcuno stava bevendo troppo, e questo creava condizioni ottimali.
Negli 1830, tuttavia, il consumo divenne un problema morale. Erano tempi di grande fervore sociale. Fiorivano movimenti per i diritti delle donne e per l'abolizione della schiavitù. Un altro movimento molto popolare, però, era quello della temperanza che culminò nel proibizionismo.
Nel 1862 la Marina statunitense abolì la tradizionale razione di rum quotidiana destinata ai marinai, e verso la fine del XIX secolo il supporto per il proibizionismo crebbe a dismisura. Il 16 gennaio del 1919 venne inserito il 18esimo emendamento, che inserì il proibizionismo nella Costituzione americana.
Al momento, l'americano medio ingerisce 9 litri di etanolo all'anno, circa tre volte meno rispetto al consumo nel 1830. In Bielorussia, al momento il paese con il consumo d'alcol più alto del mondo, si consumano 17,5 litri di etanolo all'anno. Che è comunque meno di quanto bevessero gli americani due secoli fa.