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Daryl Davis: il musicista afroameriano che convince i membri del Ku Klux Klan a lasciare l'organizzazione
Un musicista afroameriano di nome Daryl Davis ha passato oltre 30 anni a fare amicizia con i membri del Ku Klux Klan, per convincerli ad abbandonare il gruppo. Ha avuto successo con oltre 200 membri, spingendoli a lasciare l'organizzazione del suprematismo bianco e dimostrando che è possibile combattere l'odio con l'amore.
Daryl Davis è un pianista statunitense, che ama ogni tipo di musica. Nel 1983 egli suonò al Silver Dollar Lounge di Frederick, nel Maryland, per un concerto di campagna. Era l'unico uomo con la pelle nera presente, ma non ne fu turbato. Dopo che lui e la sua banda ebbero finito, Davis fu avvicinato da un cliente abituale che gli disse che non aveva mai visto un nero che sapesse suonare Jerry Lee Lewis in quel modo.
Daryl Davis non si offese, ma fu piuttosto incuriosito, e pensò di usare questo incontro come opportunità per una discussione amichevole più che per un litigio. "Ho spiegato a quest'uomo bianco, più anziano, che Jerry Lee Lewis è stato influenzato dalla stessa musica da cui sono stato influenzato io: boogie-woogie e blues" avrebbe in seguito raccontato Davis. "Non mi ha creduto. Gli ho detto che Jerry Lewis era un mio buon amico e beh, non ha creduto neanche a quello, ma era affascinato".
L'uomo chiese a Davis di unirsi a lui per un drink. Il musicista non beve e prese un bicchiere di succo di cranberry. Dopo un brindisi, l'uomo gli disse: "Sai, è la prima volta che mi siedo e prendo da bere con una persona di colore". Quando Daryl gli chiese perché, l'altro ci mise un po' ma alla fine ammise che era un membro del Ku Klux Klan, la storica organizzazione terroristica di estrema destra degli USA, convinta sostenitrice della superiorità della razza bianca. Questa è una storia che Davis condivide molto spesso, tanto nelle scuole quanto nei TED Talks. In quel preciso momento, gli sforzi di Daryl Davis non furono più soltanto indirizzati alla musica, ma anche a una nuova, particolarissima missione.
Iniziò come un hobby, ma arrivò ad essere una vera e propria vocazione. Mentre la sua carriera musicale continuava a fiorire, egli si invischiò in qualcosa di davvero insolito, per una persona di colore: iniziò ad incontrare membri del KKK di diversi ranghi e a partecipare alle cerimonie in cui vengono bruciate le croci. Alcuni di questi uomini, tra cui il già citato cliente abituale del Silver Dollar, divennero amici intimi di Davis, e le loro lunghe conversazioni iniziarono a sbrogliare gomitoli di odio formatisi nel corso di decenni. In molti casi, questi tranquilli dialoghi portarono diverse persone ad abbandonare l'organizzazione perché ormai non credevano più in ciò che professava.
C'è chi dice che Davis ha convertito questi uomini, ma lui preferisce dire che essi si sono convertiti da soli, e che lui ha soltanto finito loro la giusta spinta. In 30 anni, Davis è entrato così nel profondo dell'etica e delle gerarchie dell'organizzazione da diventare il primo uomo nero a scrivere un libro sul Ku Klux Klan, chiamato Klan-destine Relationships: A Black Man’s Odyssey in the Ku Klux Klan.
Il Ku Klux Klan venne fondato nel 1865 da un gruppo di soldati Confederati, alla fine della guerra civile americana, per mantenere oppressi gli schiavi appena liberati. Nel corso della sua lunga storia, ciò che non è mai cambiato è l'odio nei confronti delle persone di colore, e molto spesso l'organizzazione terroristica si è resa colpevole di assalti e assassini.
Uno dei primi più incredibili incontri di Davis avvenne con il cosiddetto Grand Dragon Robert Kelly. Dopo che la sua segretaria gli ebbe fissato un appuntamento, con la scusa di voler fare un'intervista per un libro sul KKK, il musicista si recò da lui, senza aver comunicato nulla circa il colore della sua pelle. All'inizio, per il suprematista, fu un grande shock. Dopo qualche ora di conversazione tesa, i due si separarono, ma si sarebbero rivisti.
Kelly iniziò ad invitare Davis a casa sua e anche ai rallies del Klan, in cui venivano intonati canti rituali e venivano bruciate gigantesche croci di legno. Tra le altre cose, ce ne erano alcune più normali, come birra e hot dogs. Kelly condivise con Davis tutto quanto, inclusi i terribili stereotipi su cui l'odio del Klan si basa. Davis ascoltava, faceva domande e prendeva note. Attraverso le sue azioni, però, smantellava gli stereotipi uno ad uno. Ad ogni conversazione, la distanza (all'inizio abissale) tra i due si riduceva, e alla fine divenne amici.
Alla fine Kelly lasciò il Klan e la sua intera divisione venne chiusa. Come trofeo, Davis ricevette la vestaglia rituale del suo nuovo amico. Non sarebbe stata l'ultima, quella, per il musicista.