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Le palme da dattero nate da semi di 2000 anni fa

Gli scienziati hanno utilizzato dei semi 2000 anni fa per far nascere nuovi esemplari di una specie di palma da dattero che un tempo cresceva nel Deserto della Giudea. La specie era estinta ma i ricercatori sono riusciti ad ottenere dei semi da alcuni reperti archeologici. Facendo crescere una palma "femmina" e una palma "maschio", hanno potuto ottenere e gustare gli stessi datteri che i giudei mangiavano due millenni fa.

Pubblicato il 02/11/2020
Nei tempi antichi, la regione di Giudea era conosciuta per i suoi datteri, polposi e deliziosi, che venivano gustati da figure come Plinio il Vecchio: nel suo trattato di storia naturale, l'autore romano è meravigliato del sapore di questi datteri.
Le palme che crescevano questi sorprendenti frutti si estinsero nei secoli, ma oggi i ricercatori di Israele potrebbero essere riusciti a riportarli in vita.
Un team di scienziati, guidati da Sarah Sallon del Louis L. Borick Natural Medicine Research Center di Gerusalemme, ha fatto nascere sei nuovi alberi da semi antichissimi, risalenti a 2000 anni fa, scoperti in alcuni siti archeologici.
Gli alberi, un tempo, crescevano "in piantagioni intorno a Gerico e al Mar Morto", spiegano i ricercatori su Scientific Advances. Secoli e secoli di guerre hanno portato all'estinzione di questi alberi, e già nel XIX secolo non ce ne era più traccia.

Per fortuna i semi sono sopravvissuti per interi millenni, probabilmente grazie alle condizioni ambientali molto particolari dell'area intorno al Mar Morto. Con poche precipitazioni e poca umidità, la ragione possiede un'atmosfera molto densa che protegge i relitti dalle radiazioni cosmiche.

Nel 2008, Sallon e i colleghi erano riusciti a far germinare dei semi di dattero di 1900 anni, trovati all'antica fortificazione di Masada, sul Mar Morto, dove i ribelli Giudei un tempo resistettero contro l'assedio dei Romani nel 73 o nel 74.
I ricercatori hanno soprannominato l'albero "Matusalemme", in riferimento alla figura biblica che visse 969 anni.
Il successo dell'esperimento portò i ricercatori a ripeterlo con un approccio più sistematico, con 34 semi trovati in diversi siti archeologici del Deserto di Giudea.

I semi sono stati inzuppati nell'acqua e nutriti con ormoni che incoraggiano la germinazione e la creazione di radici. Poi sono stati piantati in un kibbutz nell'Israele meridionale. Dei 34 semi, sei sono germogliati, quattro "maschi" e due "femmine" (i maschi producono il polline, le femmine i fiori). Hanno tutti ricevuto nomi biblici: Judith, Hannah, Uriel, Jonah, Boaz e Adam.
Per un po' di tempo, dal momento che le femmine non avevano raggiunto la maturità sessuale, i ricercatori non sono riusciti a generare quei datteri così amati da Plinio il Vecchio. A settembre 2020, finalmente, le ricercatrici hanno potuto assaggiare i preziosi e gustosi frutti.

Tutto ciò può tornare utile ai coltivatori odierni, dal momento che i geni di questi semi rappresentano sicuramente una diversità genetica che si era persa nel tempo, e potrebbero dunque aiutare le palme moderne a combattere parassiti e danni causati dal cambiamento climatico.

L'albero Matusalemme
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