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Il Polittico dell'Agnello Mistico di van Eyck è il dipinto più rubato della storia
Anche se pesa più di 2000 chilogrammi e misura 4,4 metri per 3,5, il capolavoro di Jan van Eyeck “Polittico dell'Agnello Mistico” è stato rubato ben sette volte. Questo lo rende il dipinto più rubato della storia.
Nel 1432, il celebre pittore fiammingo Jan van Eyck completò quello che è considerato il suo capolavoro: Polittico dell'Agnello Mistico, che venne messo in mostra in una cattedrale di Ghent, in Belgio.
L’opera è enorme, con misure di circa 4,4 metri per 3,5 e un peso di oltre 2000 chilogrammi. È composto da 12 pannelli che raffigura vari eventi biblici. Secondo molti, il Polittico dell'Agnello Mistico è stato così rilevante da marcare la transizione dal Medioevo al Rinascimento. A quanto pare, però, detiene anche un altro primato: è l’opera d’arte più rubata della storia.
È stata rubata, in un modo o nell’altro, ben sette volte: nel 1566 i calvinisti tentarono di trafugarla e di bruciarla, spinti da un’onda iconoclasta. Per fortuna, però, le guardie riuscirono a nascondere l’opera, finché le truppe di Napoleone non presero quattro pannelli, che finirono in esposizione al Louvre.
Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo (1815), Luigi XVIII restituì i pezzi a Ghent, come ringraziamento per averlo nascosto e protetto mentre Napoleone era al potere. Nel 1816, il pastore della cattedrale rubò alcuni dei pannelli per conto di un ladro d’arte (anche se i dettagli della storia non sono chiari).
Alla fine, in qualche modo, i pannelli finirono in un museo di Berlino. Tornarono a Ghent soltanto nel 1919: era una delle condizioni del Trattato di Versailles. Nel ’34 venne rubato nuovamente un pannello, e chiesto un riscatto. Il pannello non fu mai recuperato, e il suo destino continua ancora oggi ad essere un mistero.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, poi, furono i nazisti ad interessarsi all’opera. Sia Adolf Hitler sia Hermann Göring volevano impossessarsene disperatamente. Secondo alcuni, i nazisti volevano rimediare al “torto” subito in occasione del Trattato di Versailles, ma altri ritengono che Hitler credesse che il lavoro contenesse una mappa in grado di condurre ad alcune reliquie cristiane soprannaturali, in grado di conferire poteri speciali a chi entrasse in loro possesso.
I nazisti riuscirono a mettere le mani sul lavoro mentre veniva spostato verso il Vaticano, e lo nascosero in una miniera di sale insieme ad altri manufatti rubati. Gli americani riuscirono a salvarlo dalla distruzione.