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Ecco perché il Giappone ha un esercito soltanto per difendersi

Il Giappone ha un esercito soltanto per difendersi: non può combattere fuori dai propri confini e non può intraprendere missioni offensive

Pubblicato il 28/06/2018
Il Giappone ha avuto una relazione molto complicata con l’esercito.
Un tempo, durante la Ristorazione Meiji che iniziò negli anni ’60 del 1800, i riformisti che fondarono il nuovo Giappone si facevano avanti al grido Fukoku kyohei: Arricchisci lo stato, rafforza l’esercito.
La propaganda del periodo di guerra voleva che “cento milioni di cuori battessero all’unisono”. Come sappiamo, la scelta di uno stato militarista e autoritario non ha portato a un grande successo. La Seconda Guerra Mondiale ha visto la distruzione dell’intero paese, con la morta di 2,7 milioni di uomini e donne, e questo ha fatto finire la luna di miele tra il Giappone e i suoi militari. Una nuova costituzione, scritta insieme agli americani, ha reso illegale la creazione di nuove forze armate. Il Giappone doveva essere una “heiwakokka” (nazione di pace).
Dopo lo scoppio della Guerra di Corea, nel 1950, gli Stati uniti hanno spinto il paese ad armarsi nuovamente, ma il nuovo esercito venne chiamato Forze Giapponesi di Auto-Difesa. Ad oggi, non un solo colpo è stato sparato se non per, appunto, autodifesa.
Le Forze Giapponesi di Autodifesa sono state molto poco popolari durante tutta la Guerra Fredda.

L’esercito non può uscire dai confini giapponesi, ma dopo la Guerra Fredda ha avuto modo di acquisire la sua popolarità, intraprendendo missioni di pace e di soccorso durante le emergenze.

Esercito giapponese
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