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Edith Cavell: l'umanità dell'infermiera che fu brutalmente giustiziata dai tedeschi nella Prima Guerra Mondiale
Edith Cavell fu un'infermiera britannica. Essa è ricordata per aver salvato le vite dei soldati di entrambi gli schieramenti della Prima Guerra Mondiale, senza discriminazione, e per aver aiutato 200 soldati Alleati a fuggire dal Belgio occupato dalla Germania. Venne giustiziata da un plotone di esecuzione tedesco nel 1915: un gesto che fu condannato pesantemente da tutti i giornali internazionali.
Edith Louisa Cavell fu un'infermiera britannica, ricordata per aver aiutato, durante la Prima Guerra Mondiale, soldati di entrambi gli schieramenti in Belgio. Inoltre, ella favorì la fuga di circa duecento soldati Alleati dal Paese, e per questa fu giustiziata dai tedeschi, causando enormi reazioni di protesta a livello internazionale e diventando un elemento chiave non soltanto della propaganda di guerra britannica, ma addirittura (secondo alcuni) uno dei tanti motivi che spinsero gli Stati Uniti ad entrare in guerra.
Un giorno, in qualche modo, farò qualcosa di utile, qualcosa per la gente. Molte persone sono così indifese, così colpite e così infelici.- Edith Cavell
Quando scoppiò la guerra, Edith si recò a Bruxelles dopo aver saputo che la sue capacità erano richieste al fronte. Il 4 agosto la Germania invase il Belgio: Edith decise di restare lì, riconvertendo la clinica in un ospedale della Croce Rossa, e iniziò ad occuparsi sia dei feriti tedeschi che di quelli belgi. Quando Bruxelles cadde, i tedeschi adottarono il Palazzo Reale come infermeria per i propri feriti e rimandarono a casa una sessantina di infermiere britanniche. Edith, insieme alla sua capo assistente, vennero tenute lì.
L'armata tedesca lasciò molti soldati alleati dispersi, man mano che i loro eserciti si ritiravano. Nell'autunno del 1914 due di questi soldati britannici riuscirono a raggiungere l'ospedale di Cavell, dove trovarono rifugio per due settimane, seguiti da numerosi altri. Tutti i soldati alleati vennero spediti di nascosto nei neutrali Paesi Bassi. Si creò una rete segreta di aiuti che fornì supporto a soldati inglesi e francesi per circa un anno.
Tra giugno e agosto del 1915 la rete venne scoperta. I tedeschi fecero diversi arresti, e catturarono anche la stessa Edith Cavell. Il suo ospedale fu perquisito ma non fu trovato nulla, perché Cavell aveva cucito il suo diario in un cuscino, lasciando le sue infermiere all'oscuro di tutto per non esporle al pericolo di essere incriminate.
Cavell fu condannata a morte nel pomeriggio dell'11 ottobre e le autorità tedesche erano fermamente intenzionate a far eseguire la sentenza il prima possibile. Le ambasciate di paesi neutrali, come Spagna e Stati Uniti, cercarono di intervenire, ma invano. Edith Cavell fu fucilata dal plotone di esecuzione alle 2 di mattina del 12 ottobre, al poligono di tiro di Schaerbeek. Alcuni resoconti lasciano intendere che i soldati del plotone erano reticenti a spararle.
La sua morte scandalizzò enormemente l'opinione pubblica mondiale, e venne usata dalla propaganda alleata, specie quella britannica, che proclamava Edith Cavell martire e dipingeva i tedeschi come bruti assassini. Il reclutamento di soldati raddoppiò nelle otto settimane successive all'annuncio della sua morte, e c'è chi afferma che sul lungo periodo essa fu anche una delle cause che contribuirono alla discesa in campo degli Stati Uniti.
La sua esecuzione provocò un grave danno alla Germania in termini di propaganda. Edith Cavell è stata ampiamente onorata in varie parti del mondo; una sua statua è stata eretta a St. Martin's Place, presso Trafalgar Square, e le sono stati stampati francobolli commemorativi.