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La poco gloriosa fine di Agha Mohammad Khan Qajar, il "monarca eunuco"
Nel 1797, il re persiano Agha Mohammad Khan Qajar ordinò l'esecuzione capitale di due servi, perché stavano parlando a voce troppo alta. Dal momento che quello, per l'Islam, era un giorno sacro, l'esecuzione venne rimandata di un giorno e i servi vennero spediti di nuovo al lavoro. Temporaneamente in libertà, i due assassinarono il re nel sonno quella notte stessa.
Pubblicato il 29/09/2020

Dopo essere salito al trono nel 1789 (anche se ufficialmente incoronato solo nel 1796), Agha Mohammad Khan venne conosciuto come "il monarca eunuco". Era stato castrato in giovane età dopo essere stato catturato Adel Shah Afshar, che voleva precludergli la possibilità di salire al potere.
Nel 1796 Āghā Moḥammad condusse una spedizione contro il regno di Georgia, incorporandolo nell'Iran. Nominato "re dei re", il suo regno ebbe tuttavia una vita breve. Perché Agha Mohammad Khan Qajar non tollerava per davvero chi parlava a voce troppo alta, e la sua rovina fu condannare a morte due servi che stavano litigando ad alta voce.
La condanna non venne eseguita immediatamente, perché era venerdì, un giorno sacro per l'Islam. Così, l'esecuzione fu fissata per il giorno successivo, e lo scià ordinò ai servi di tornare al lavoro in attesa di morire. Forse, oltre all'infliggere una condanna non troppo proporzionata al "delitto", un altro errore del sovrano fu lasciar liberi i servi, pensando di poter ordinare loro di continuare a lavorare come se nulla fosse.
I due, con il supporto di un terzo valletto, si introdussero nella camera dello scià mentre dormiva, e lo pugnalarono.
Così, in modo non troppo valoroso, finì il regno del monarca eunuco.

Un affresco a palazzo che rappresenta Āghā Moḥammad Khān con i suoi uomini
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