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Helen Keller, la celebre scrittrice sordocieca e il modo in cui imparò a rappresentare il mondo
Helen Keller, la prima persona sordocieca a conseguire una laurea in Arte, imparò a comunicare compitando le parole nella propria mano. Un giorno, infatti, la sua insegnante la portò alla pompa dell'acqua e mise la sua mano sotto il getto: mentre l'acqua scorreva, scandì la parola "w-a-t-e-r" nell'altra mano di Helen. Per la ragazza fu una rivelazione, e quel giorno chiese e imparò a denominare almeno altri 30 oggetti.

Helen Keller, sordocieca, fu un'ispirazione per il mondo. Nel suo libro "The World I Live In", scrisse: "L'acume della nostra visione non dipende da quanto possiamo vedere, ma da quanto sentiamo". Nella vita vissuta in assenza di vista, fu proprio la sensazione a guidare tutto ciò che Helen Keller imparò e, in seguito, creò.
Helen Keller nacque nel 1880 in una fattoria in Alabama. A 19 mesi venne colpita da una malattia, probabilmente la scarlattina, che la lasciò cieca e sorda. Comprensibilmente, divenne una bambina arrabbiata e difficile. Quando aveva sei anni, i suoi genitori fecero in modo che una donna di 20 anni di nome Anne Sullivan diventasse la tutor di Helen, e fu proprio la Sullivan a cambiare per sempre la vita della bambina.
Sotto la stretta ma tenera supervisione di Sullivan, Helen imparò finalmente a comunicare con il mondo esterno. Manteneva solo un vago ricordo della lingua parlata, memorie di ciò che aveva acquisito nei primi mesi.
Sullivan iniziò immediatamente a insegnare a Helen a comunicare scrivendo le parole nella sua mano, iniziando con "d-o-l-l" in riferimento alla bambola che aveva portato a Keller come regalo. All'inizio, la bimba era frustrata perché non capiva il concetto che ogni oggetto potesse avere una parola che lo identifica in modo univoco. Quando Sullivan stava cercando di insegnare a Keller la parola "mug" (tazza), Keller si irritò a tal punto da rompere la tazza. Ma presto iniziò a imitare i gesti delle mani di Sullivan. "Non sapevo che stavo scrivendo una parola o addirittura che le parole esistessero", avrebbe ricordato Keller in seguito. "Stavo semplicemente facendo muovere le mie dita in un'imitazione scimmiesca."
Un giorno, infine, Anne portò Helen alla pompa dell'acqua e mise la mano di Helen sotto il beccuccio. Mentre l'acqua scorreva su una mano, Anne scandì nell'altra mano della ragazza: "w-a-t-e-r", prima lentamente, poi più rapidamente. Finalmente, per Helen Keller i segni cominciavano ad acquisire un significato. Capì che la parola si riferiva alla sensazione fresca sulla sua mano, e che da allora sarebbe stato possibile usare quella parola per significare proprio quello.
In seguito, ella raccontò: "Ho capito allora che 'w-a-t-e-r' significava la meravigliosa freschezza di ciò che scorreva sulla mia mano. Quella parola vivente ha risvegliato la mia anima, le ha dato luce, speranza, gioia, l'ha liberata".
In quel giorno memorabile, Helen toccò la terra e ne chiese il nome. Al calar della notte aveva imparato almeno 30 parole. Presto imparò l'alfabeto e imparò a leggere e scrivere. Divenne celebre e conquistò l'affetto di due grandi americani, Alexander Graham Bell e Mark Twain. Quest'ultimo, una volta, disse: "I due personaggi più interessanti del XIX secolo sono Napoleone e Helen Keller".
Helen Keller si laureò in arte al Radcliffe College, dove avviò la carriera di scrittrice. La sua autobiografia, "The Story of My Life", fu tradotta in 50 lingue. Helen scrisse più di 475 saggi su vari argomenti, anche di stampo politico, tra cui: la fede, la prevenzione della cecità, il controllo delle nascite, l'ascesa del fascismo in Europa e l'energia atomica. Usò una macchina da scrivere braille.
Fu anche un'attivista, una sostenitrice del suffragio femminile. Lavorò con passione per la Fondazione americana per i ciechi per più di 40 anni. Dal 1946 al 1957 visitò 35 paesi, incontrando leader mondiali come Winston Churchill, Jawaharlal Nehru e Golda Meir.


