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Nel 36 a.C. Marco Terenzio Varrone fu uno dei primi a parlare di germi, 1900 anni prima che la teoria dei germi venisse comunemente accettata
Nel 36 a.C. Marco Terenzio Varrone fu uno dei primi a parlare di germi, descrivendo “minuscole creature invisibili all’occhio umano, che entrano nel corpo attraverso la bocca e il naso e causano malattie serie”. La teoria dei germi non sarebbe stata comunemente accettata per altri 1900 anni

La teoria dei germi venne accettata solo verso la fine del 19esimo secolo. Prima di allora, la teoria predominante era quella miasmatica: malanni come colera e peste nera si ritenevano essere causate dai miasmi, una forma di “aria cattiva” emanata dai corpi in decomposizione.
Nell’antichità, però, c’era chi faceva già ipotesi differenti. Lo storico greco Tucidide, nel V secolo a.C., fu il primo a pensare che la pasta di Atena potesse essersi diffusa trasmettendosi da persona a persona. In seguito, c’è chi parlò di “semi” (semina) presenti nell’aria. In De Rerum natura, il romano Lucrezio disse che il mondo conteneva dei semi che potevano far ammalare una persona quando inalati.
Ma fu Marco Terenzio Varro, in Rerum rusticarum libri III (36 a.C.), a fare l’affermazione più impressionante: “Bisogna prendere precauzioni vicino alle paludi, perché vi nascono certe minute creature che non possono essere viste da un occhio umano, e galleggiano nell’aria e entrano nel corpo attraverso bocca e naso, e causano serie malattie”.
Per altri 1900 anni circa, la teoria dei germi non venne accettata e non ricevette contributi significativi. Fu l’italiano Agostino Bassi la prima persona a provare che una malattia era causata da microorganismi. Egli condusse, tra il 1808 e 1813, una serie di esperienti con un parassita vegetale in grado di causare una malattia nei bachi da seta.
Una delle spinte più grandi alla conferma della teoria dei germi venne data da Ignaz Semmelweis, ostetrico ungherese, che notò l’insorgere delle malattie nelle neomamme che venivano toccate dai dottori che avevano maneggiato materiale infetto.
Leggi: la storia del dr. Semmelweis.
Gli esperimenti più formali vennero poi condotti da Louis Pasteur, tra il 1860 e il 1864. A lui dobbiamo il prezioso processo di pastorizzazione.

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