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Il "battito cardiaco" della Terra: una pulsazione ogni 26 secondi
La Terra ha un suo “battito cardiaco”: una pulsazione che si registra ogni 26 secondi circa. Registrata fin dai primi anni ’60 dal geologo Jack Oliver, e in seguito rilevata su diversi continenti, ad oggi la pulsazione non ha ancora una spiegazione soddisfacente.
La Terra pulsa ogni 26 secondi, anche se nessuno sa di preciso il perché. Si tratta di un enigma che ha ormai più di 60 anni: il quesito si pose per la prima volta nei primi anni ’60, quando il geologo della Columbia University Jack Oliver documentò il curioso fenomeno, chiamato anche “microsisma”.
Rispetto ai tempi in cui lavorava Oliver, gli strumenti sono diventati molto più raffinati e, nel tempo, si è potuto determinare che la pulsazione, anche conosciuta come “il battito cardiaco terrestre” deriva dalla Bight of Bonny, nel Golfo di Guinea. Il fenomeno, che è una sorta di “tremore” percettibile soltanto dai rilevatori dei sismologi, è stato rilevato in diverse parti del mondo.
Nel 1980, Gary Holcomb, un geologo dell'US Geological Survey, tornò ad interessarsi alle ricerche di Oliver, e scoprì che il “battito” da lui scoperto è più forte durante le tempeste. Ma il lavoro suo e di Oliver venne in seguito dimenticato per un paio di decenni, benché il costante battito sismico sia andato avanti, inosservato, sotto i nostri piedi.
Alcuni ricercatori ritengono che la pulsazione derivi dalla piattaforma continentale posta sotto gli oceani, che agisce da gigantesco frangionde. Il colpevole potrebbe essere, ad esempio, il bordo della piattaforma nord-americana, al margine della discesa verso la piana abissale. Le onde che si infrangono in questo punto, forse, producono la pulsazione registrata dai sismologi.
Altri ricercatori pensano che la causa potrebbe essere un vulcano che, invece, si trova molto vicino al Bight of Bonny, sull’isola di São Tomé.