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L'architetto afroamericano Paul Williams imparò a disegnare al contrario perché i suoi clienti non volevano sedersi accanto a lui

Paul Williams era un architetto afroamericano che, nei primi decenni del 1900, imparò a disegnare al contrario così che potesse sedersi di fronte ai clienti. Molti di loro, infatti, non volevano sedersi accanto ad un uomo di colore. Williams intendeva provare a se stesso che “meritava un posto nel mondo”, e riuscì ad aggiudicarsi numerosi riconoscimenti, ma anche a progettare le case di Frank Sinatra e Lucille Ball, che sarebbero state costruite in quartieri in cui l’architetto non poteva neanche vivere.

Pubblicato il 26/01/2023
Fonte: Wikipedia inglese (link alla fonte principale)

Paul Revere Williams è stato un architetto americano con sede a Los Angeles, in California. Williams è noto per aver progettato le case di numerose celebrità, tra cui Frank Sinatra, Lucille Ball e Desi Arnaz, Lon Chaney, Barbara Stanwyck e Charles Correll, e progettò anche molti edifici pubblici e privati.

Paul Revere Williams era un afroamericano che nacque negli stati continentali degli USA nel 1894. Fin da piccolissimo, dunque, dovette scontrarsi con una società che, fino a pochi decenni prima, impiegava gli afroamericani come schiavi. Alle scuole elementari, Williams era l’unico studente afroamericano della classe. Provenendo da una famiglia benestante, poté studiare alla Los Angeles School of Art and Design e al Beaux-Arts Institute of Design Atelier, lavorando poi come architetto del paesaggio. Si laureò all’Università della California Meridionale e, mentre era ancora studente, progettò diversi edifici residenziali. Divenne un architetto certificato nel 1921: era il primo architetto afroamericano a ovest del Mississippi.

Williams vinse un concorso di architettura all'età di 25 anni e tre anni dopo aprì il suo studio. Conosciuto come un disegnatore eccezionale, perfezionò l'abilità di disegnare "a testa in giù". Imparare a disegnare al contrario si rese necessario perché negli anni Venti molti dei suoi clienti bianchi si sentivano a disagio a sedersi accanto a un uomo di colore. 

Williams intendeva provare a se stesso che “meritava un posto nel mondo”. Nel corso della sua carriera progettò oltre 2.000 edifici e si aggiudicò diversi riconoscimenti.

Nel 1937, “American Magazine” pubblicò un suo pezzo, intitolato “I Am Negro”. L’architetto scrisse: ‘Mi resi conto che venivo condannato non per una mancanza di capacità, ma per il colore della mia pelle. Passai attraverso fasi successive di smarrimento, protesta inarticolata, risentimento e, infine, riconciliazione con lo status della mia razza. Alla fine, però, crescendo e ragionando più lucidamente, trovai nella mia condizione un incentivo alla realizzazione personale, una sfida stimolante. Senza avere il desiderio di "fargliela vedere", ho sviluppato un desiderio feroce di "farmi vedere". Volevo dimostrare tutte le mie capacità. Volevo acquisirne di nuove. Volevo dimostrare che, come individuo, meritavo un posto nel mondo.’

L'architetto Paul Revere WilliamsPoster dell'Office of War Information sul noto architetto Paul R. Williams (1943)
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