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Ruby Bridges: il coraggio della prima bambina di colore ad entrare in una scuola di bianchi

Nel 1960, a soli 6 anni, Ruby Bridges divenne una delle prime bimbe afroamericane degli USA a frequentare una scuola elementare pubblica di soli bianchi. Doveva essere scortata a scuola da quattro U.S. marshals.

Pubblicato il 14/06/2020
Fonte: Wikipedia inglese (link alla fonte principale)
Pensare che oggi abbia soltanto 65 anni è decisamente impressionante, perché ciò che Ruby Bridges dovette subire da bambina sempre appartenere a un altro capitolo della storia (e ci auguriamo che sarà davvero così).
Oggi Ruby Bridges è un'attivista per i diritti umani. La sua opera più coraggiosa e potente, però, risale al 1960, quando aveva soltanto 6 anni. La Bridges fu infatti la prima bimba afroamericana a frequentare una scuola di soli bianchi nel profondo sud degli Stati Uniti, la William Frantz Elementary School in Louisiana.
La desegregazione delle scuole, che permise agli studenti di colore di frequentare scuole insieme agli studenti bianchi, avvenne dopo una sentenza della Corte Suprema del 1954. Il caso Brown v. Board of Education of Topeka, infatti, permise alla Corte di dichiarare incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole.
Questa sentenza portò, nel 1960, a violente e vergognose proteste in diversi stati del sud, soprattutto in Louisiana, dove la piccola Ruby Bridges ricevette diverse minacce di morte e fu costretta ad essere scortata a scuola da quattro US marshals.

Ruby Bridges scortata a scuola dai soldati nel 1960

Uno di loro, Charles Burks, raccontò in seguito come la bambina abbia "mostrato molto coraggio. Non pianse mai. Non piagnucolò neanche. Marciò come un piccolo soldato, e siamo tutti molto molto fieri di lei".
Appena Ruby Bridges entrò nella scuola, i genitori di tutti gli altri bambini li ritirarono dalle classi. Tutti gli insegnanti si rifiutarono di insegnare a lei, tranne la giovane Barbara Henry, che proveniva da Boston. Per un anno, la Henry fu la sua unica maestra.
Il primo giorno di scuola, Ruby Bridges e la madre passarono tutto il tempo nell'ufficio del preside, perché le rivolte all'esterno dell'edificio impedivano il suo spostamento in classe. Il secondo giorno, però, una studentessa bianca venne scortata dal padre all'interno dell'edificio, rompendo il boicottaggio, e la protesta iniziò a scemare. Ma non soltanto Ruby Bridges rimase per tutto l'anno sola in classe: ogni mattina, andando a scuola, una donna la minacciava di avvelenarla, e un'altra le faceva vedere una bambina nera in una bara. I soldati che la accompagnavano, inviati dal presidente Eisenhower, le imposero di consumare solo cibo portato da casa, per evitare rischi.

La famiglia Bridges ebbe varie difficoltà, e il padre perse il lavoro a causa di questa faccenda. Ma ricevette anche un certo supporto. Alcuni vicini si offrirono di pattugliare i dintorni della casa per proteggere la bambina, ma anche di fare da babysitter quando i genitori non potevano sorvegliarla. Lo psichiatra Robert Coles si offrì come volontario e presidiò la salute mentale della bambina per un anno, mentre alcuni parenti del dottore mandarono alla piccola Ruby dei vestiti nuovi da indossare a scuola.


Ruby Bridges nel 2011

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