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Nel 1955, Playboy pubblicò una storia che parlava di una società in cui gli eterosessuali erano perseguitati
Nel 1955, Playboy pubblicò una storia che parlava di una società in cui l’omosessualità era la norma, l’eterosessualità era proibita e manifestazioni anti-etero marciavano per le strade. Hefner fu inondato di lettere indignate. La risposta fu: “Se è sbagliato perseguitare gli eterosessuali in una società omosessuale, allora è sbagliato anche a parti inverse”.

Nel 2017, la morte di Hugh Hefner, fondatore di Playboy e icona della rivoluzione sessuale, ha lasciato un’eredità complicata, soprattutto per quanto riguarda i diritti delle donne e delle persone LGBTQ.
Hugh Hefner si era dimostrato incredibilmente avanti per quanto riguarda i diritti delle persone omosessuali. Già nel 1955, due anni dopo il lancio di Playboy, Hefner pubblicò una storia breve chiamata “The Crooked Man”. Il racconto, la cui pubblicazione era stata precedentemente rifiutata dalla rivista Esquire, descriveva un futuro distopico in cui gli eterosessuali venivano oppressi dagli omosessuali. L’eterosessualità era proibita e diverse manifestazioni anti-etero sfilavano per le strade, nella speranza di preservare lo stile di vita “tradizionale”.
Il racconto causò moltissime controversie (come si può immaginare). Ma Hefner non si scompose. Disse: “Se è sbagliato perseguitare gli eterosessuali in una società omosessuale, allora è sbagliato anche a parti inverse”.
Hefner sostenne il matrimonio tra persone dello stesso sesso fin da vari decenni fa. Inoltre, si espresse a sostegno della comunità gay durante l’epidemia di HIV/AIDS negli anni ’80, e incluse una modella apertamente transgender nelle sue pubblicazioni.
I critici, però, contestano ad Hefner il fatto che Playboy abbia costruito la sua fortuna oggettivando le donne. Hefner sarà ricordato come una figura controversa (proprio come molti altri), e ognuno è libero di farsi la propria idea al riguardo.
