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La Peste Nera del XIV secolo e le persecuzioni degli ebrei
Nell'Europa del XIV secolo, gli ebrei contraevano la peste in misura minore rispetto al resto della popolazione. Una possibile ragione è che le loro pratiche promuovevano maggiormente l'igiene personale. Ma i minori tassi di infezione tra gli ebrei alimentavano le accuse secondo cui erano loro a diffondere la malattia, e per questo molte comunità ebraiche vennero massacrate.

La peste nera venne importata dal nord della Cina, passò attraverso la Siria e si diffuse in Turchia e in Grecia. Nel 1347 arrivò nei porti italiani, in Sicilia e poi a Genova, e l'anno successivo la piaga aveva già infettato la Svizzera. Da qui, la peste raggiunse Francia e Spagna, e in seguito Inghilterra e Irlanda.
Soltanto nel 1353 la malattia si ridusse, per poi scomparire quasi del tutto (anche se non definitivamente).
Oggi sappiamo, con un certo grado di certezza, che la peste nera era causata da Yersinia pestis, un batterio che si trasmette dai ratti agli umani per mezzo delle pulci. La malattia è letale in più della metà dei casi, e se oggi può essere trattata e sconfitta, ai tempi non si conoscevano modi per combatterla.
Nel XIV secolo non c'erano certezze sulle cause della Peste Nera, e ancora non si sapeva, in generale, che le malattie sono il risultato dell'azione di microrganismi. Per questo, molti europei erano convinti che la pandemia fosse da ascrivere a cause soprannaturali o a cospirazioni diaboliche. Molti la considerarono una punizione divina, e tra questi ci fu Giovanni Boccaccio, che si chiedeva se la peste fosse stata mandata da Dio o se fosse giunta attraverso l'influenza dei corpi celesti.
Molti cristiani accusarono gli ebrei della diffusione della malattia, sostenendo che questi avvelenavano le riserve d'acqua pubblica per distruggere la civilizzazione europea.
Questa diceria portò a conseguenze terribili e a persecuzioni inaccettabili, e venne alimentata dal fatto che – notarono i cristiani – gli ebrei che perdevano la vita a causa della peste erano meno. Il vero motivo, però, è da rintracciarsi nelle migliori abitudini igieniche che gli ebrei avevano sviluppato nel corso dei secoli.
Ci furono diversi massacri, scatenati nell'isteria generale della popolazione. I sovrani dovettero accorrere in difesa degli ebrei, adottando anche misure di supporto. Il papa Clemente VI disse pubblicamente che la malattia aveva causa naturale o divina, e non era certo dovuta all'intervento umano. Emesse anche due bolle pontificie, nel 1349, in cui scomunicava chiunque perseguitasse gli ebrei.

Rappresentazione di un ebreo con un turbante mentre avvelena un pozzo d'acqua per diffondere la peste nera in Europa. // Wikimedia // PD

Rogo di ebrei in un manoscritto di Gilles Li Muisis del XIV secolo // Wikimedia // PD
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