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La terribile odissea che attraversò l'astronomo Le Gentil mentre cercava di registrare il transito di Venere
Nel 1760 l'astronomo Le Gentil viaggiò fino in India per osservare il transito di Venere. A causa di venti sfavorevoli e di una guerra tra Francia e Inghilterra, l'uomo non arrivò in tempo a destinazione. Decise di rimanere in India per 8 anni, in attesa del successivo passaggio di Venere, ma il giorno dell'evento il cielo era nuvoloso e Le Gentil non riuscì ad osservare nulla. Quando tornò in Francia, scoprì che era stato dichiarato morto e che era stato sostituito dall'Accademia delle Scienze. Sua moglie si era risposata, e i suoi parenti avevano depredato la sua tenuta.

È una figura leggendaria dell'astronomia, anche per la sua colossale sfortuna. Guillaume Le Gentil, nato nel 1725, fu uno scienziato di tale tenacia e coraggio da non arrendersi neanche di fronte a una sequela interminabile di sfortune, che lo portarono al limite della sanità mentale e quasi alla completa rovina finanziaria.
Le sue vicende iniziarono nel 1760, con uno dei primi sforzi scientifici coordinati in tutto il mondo: 120 squadre di astronomi avevano in programma dei viaggi verso ogni angolo della Terra, per osservare il passaggio (o, più precisamente, il transito) di Venere davanti al Sole, con l'obiettivo finale di calcolare la distanza del Sole dalla Terra.
Le Gentil era membro dell'Accademia delle Scienze della Francia. Per sua sorpresa, venne selezionato per la spedizione internazionale in India, alla colonia di Pondicherry. Si imbarcò a Brest, in Francia, il 16 marzo, per osservare il transito previsto per il 1761. All'iniziò sembrò andare tutto per il verso giusto, ma tra Inghilterra e Francia scoppiò la Guerra dei Sette Anni, e alla barca fu impedito il passaggio a est.
Alla fine, Le Gentil riuscì a trovare un passaggio su una fregata. Era il marzo del 1761 e mancavano pochi mesi all'evento, ma l'astronomo fu rassicurato sul fatto che avrebbe fatto in tempo. La fregata, però, venne spinta fuori rotta da venti sfavorevoli, e passò ben cinque settimane bloccata in mare. Infine, quando si avvicinò a Pondicherry, il capitano venne a sapere che i britannici avevano occupato la città, e la fregata dovette fare marcia indietro.

Il 6 giugno, il giorno del transito, Le Gentil era ancora in mare. Non poté osservare nulla, perché l'imbarcazione non aveva (ovviamente) la stabilità necessaria. Avendo però passato un intero anno in viaggio, Le Gentil decise di rimanere in India fino al prossimo transito di Venere, previsto per il 1769. I transiti avvengono infatti in coppie, a 8 anni di distanza l'uno dall'altro. Tra una coppia e l'altra, però, passano 121 o 105 anni.
Le Gentil costruì un piccolo osservatorio astronomico per poter cogliere al meglio la sua ultima possibilità di osservare Venere. Il giorno dell'evento, però, il 4 giugno del 1769, il cielo era nuvoloso, e l'astronomo non poté vedere nulla. Arrivò a rasentare la pazzia, e gli ci volle un po' prima di recuperare le forze per poter ritornare in Francia.
Persino il suo viaggio di ritorno fu sfortunato: ebbe la dissenteria e dovette rimandare la partenza. Inoltre, la nave venne catturata da una tempesta e Le Gentil fu costretto a sbarcare a Île Bourbon (Réunion), dove aspettò finché una nave spagnola non lo accettò a bordo. Arrivò a Parigi nell'ottobre del 1771, presumibilmente sfinito. Era stato via per 11 anni, solo per scoprire che era stato dichiarato morto e sostituito all'Accademia delle Scienze.
Le sue lettere, infatti, non erano mai arrivate a casa delle guerre e di qualche naufragio. Sua moglie si era risposata e i suoi parenti avevano "entusiasticamente depredato la sua tenuta". Ci vollero aspre dispute, e l'intervento del Re, prima che l'astronomo potesse recuperare il suo posto all'Accademia e sposarsi di nuovo.
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