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Nella Francia del XVI secolo, i nobili bevevano oro liquido per rimanere giovani
Nella Francia del XVI secolo, alcuni membri della nobiltà cercavano di bere oro liquido per ottenere l'immortalità, anche se i risultati erano opposti. Una di essi fu Diana di Poitiers, della corte di Re Enrico II. Da molti considerata la donna più bella di Francia, ella bevve un infuso di oro disperso al giorno per mantenersi giovane, ma ne fu presto avvelenata e uccisa.

Fin dall'inizio dell'umanità, gli esseri umani si sono preoccupati dell'inevitabilità dell'invecchiamento. Ci siamo ingegnati in moltissimi modi per evitare di mostrare i segni del tempo sul nostro corpo: oggi, la ricerca dell'industria cosmetica permette di ottenere prodotti che, nel peggiore dei casi, non apportano alcun beneficio. In passato, però, ci sono stati tentativi che si sono rilevati decisamente più problematici.
Nella Francia del XVI secolo, ad esempio, la nobiltà pensava di contrastare la mortalità bevendo oro liquido, senza avere idea che in realtà questo li avvicinava alla morte in modo significativo. Diana di Poitiers, cortigiana ed amante di Enrico II di Francia, beveva ogni giorno un infuso di cloruro d'oro mescolato con etere dietilico.
Non soltanto Diana di Poitiers era incredibilmente influente dal punto di vista artistico e politico, ma era anche notevolmente bella e sembrava senza età. Lo storico francese Brantôme raccontò di un suo incontro con la dama avvenuto se mesi prima che lei morisse, a 66 anni: " Credo che se questa signora fosse vissuta altri cento anni non sarebbe invecchiata... in faccia, era così ben composta."
Già in tempi antichi, Plinio il Vecchio suggeriva di usare un unguento a base d'oro per verruche e ulcere. Wei Boyang, alchimista cinese del secondo e terzo secolo, rimarcò come l'oro fosse "immortale" e scrisse che chi lo beveva poteva godere di una vita più lunga. Gli antichi egizi ritenevano allo stesso modo che potesse essere un rimedio antietà. L'idea derivava dal fatto che l'oro non si corrodeva.
Durante il medioevo, quando gli alchimisti capirono come dissolvere l'oro, il cosiddetto "Aurum potabile" acquisì la fama di una panacea per ogni disagio, dall'epilessia alla mania.
Diana di Poitiers morì ad Anet, in Francia, nel 1566, ma i suoi resti vennero spostati in una fossa comune, presumibilmente durante la Rivoluzione Francese. Dopo che il suo corpo venne identificato ed esaminato, i ricercatori hanno concluso che ella morì di intossicazione cronica dovuta alla sua abitudine di bere l'oro.
