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Il capitano che venne quasi scaraventato fuori dall'aereo
Nel 1990, su un British Airways Flight 5390, un parabrezza installato male si staccò causando una decompressione nella cabina di pilotaggio. Il capitano venne scaraventato fuori dall'aereo, ad un'altitudine di oltre 5 kilometri. L'equipaggio riuscì a trattenerlo per le gambe, finché l'aereo non venne fatto atterrare. Il capitano sopravvisse.

Era il 1990. L'assistente di volo Nigel Odgen ricorda quel giorno come un film drammatico, e nel 2005 ha ripercorso, in un racconto al Sydney Morning Herald, l'esperienza più folle della sua vita. Era il 10 giugno, ed era mattina presto. A oltre 5 kilometri di altitudine, un aeroplano pieno di passeggieri si trovò con il capitano risucchiato fuori dalla cabina di pilotaggio, con l'equipaggio costretto a tenerlo per le gambe per non farlo precipitare nel nulla (o, peggio ancora, tra le eliche del motore).
I protagonisti di questa vicenda furono il capitano Tim Lancaster e gli steward Simon Rogers e John Heward, che avevano lavorato insieme per anni. Oltre ad Odgen, poi, c'era il nuovo co-pilota Alistair Atcheson.
13 minuti dopo il decollo, Odgen stava portando del tè ai piloti. Stava per uscire dalla cabina, e aveva già appoggiato la mano sulla maniglia, quando sentì un'enorme esplosione, e pensò subito ad una bomba. In realtà, c'era stata una potente decompressione a causa di un parabrezza che si era staccato. L'aereo iniziò a precipitare immediatamente.
Odgen si girò e vide che Tim, il pilota, era stato scaraventato fuori dalla cabina per metà. L'assistente di volo si precipitò su di lui e gli tenne le gambe per evitare che venisse espulso del tutto fuori dall'aereo.
Nel frattempo, tutto il resto stava uscendo dalla finestra, perfino una bottiglia di ossigeno che rischiò di colpire la testa di Odgen, che ben presto temette di star per essere scalzato a sua volta nel vuoto.
Il vento penetrava nella cabina, e la temperatura scese a -17°C. Nessuno riusciva a parlare con la stazione di controllo a causa del forte rumore. Mentre Odgen continuava a tenere Tim, la pressione aumentò il peso di quest'ultimo e le braccia dell'assistente stavano iniziato a congelarsi.
A un certo punto, tutto ciò che Odgen riusciva a vedere erano gli alberi. L'assistente di volo sapeva che era solo questioni di secondi: presto si sarebbero schiantati e tutto sarebbe finito. Pensò alla sua ragazza, Jean, e a sua madre, che aveva già dovuto soffrire per la perdita di un altro figlio, l'anno precedente. Nigel non riusciva a pensare a come la madre avrebbe preso la notizia della sua morte.
Sorprendentemente, però, il co-pilota Alistar riuscì a fare un atterraggio di emergenza perfetto, e non ci fu neanche il bisogno di usare i paracadute. I paramedici tolsero il pilota dalla scomoda posizione e si presero cura di lui. Tutti i colleghi pensavano che fosse morto, ma in qualche modo era sopravvissuto. Coperto di sangue, quando vide Nigel gli disse: "Voglio mangiare". E l'assistente pilota rispose: "Il solito pilota!". A quanto pare, Tim era stato in coma per tutto il tempo, riuscendo però a svegliarsi subito.
Odgen corse dai suoi colleghi e urlò: "è vivo!" e scoppiò a piangere.
