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I guerrieri del Valhalla potevano banchettare con carne di cinghiale e idromele infiniti
I vichinghi credevano che, nel Valhalla (il loro aldilà), ci fosse una gigantesca capra, chiamata Heidrun, dalle cui mammelle viene prodotto un'inesauribile fonte di idromele. Credevano inoltre che ci fosse un enorme cinghiale che, ogni notte, veniva macellato e cucinato, per poi rigenerarsi il giorno successivo.

Quando un guerriero vichingo moriva in battaglia, poteva venir scelto personalmente da Odino e guidato dalle valchirie nel Valhalla. Questa era un'enorme sala situata ad Ásgarðr, il mondo divino governato da Odino.
Una volta arrivati nel Valhalla, i morti si univano ad Odino in attesa di combattere nel Ragnarök. Nel frattempo, però, l'aldilà era un luogo suntuoso e pieno di piaceri. Possiamo trovarne un'ampia descrizione nell'Edda in Prosa, un manuale di poetica norrena che contiene anche molte storie della mitologia norrena scritta dal dotto storico islandese Snorri Sturluson.

Nell'Edda, il re Gylfi si chiede come sia possibile nutrire, nel Valhalla, tutti gli uomini caduti in battaglia dall'inizio del mondo. Odino risponde che molte persone devono ancora arrivare, ma che non c'è problema: la carne del cinghiale Sæhrímnir sarà sempre sufficiente a sfamarli. Sæhrímnir viene cucinato ogni giorno dal cuoco degli dèi Andhrímnir, e la sera successiva sarà di nuovo pronto per essere macellato e cucinato nuovamente.
Gli uomini del Valhalla non godranno soltanto della prelibata carne di Sæhrímnir, ma potranno anche bere l'idromele prodotto dalle mammelle di Heidrun, capra che bruca le foglie dell'albero Læraðr e che fornisce la rigenerante bevanda a chiunque la chieda.
Se siete incuriositi dalla mitologia norrena, vi consigliamo la piacevole lettura dell'Edda in Prosa.
