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Il colpo di stato che voleva impedire al Giappone di arrendersi durante la Seconda Guerra Mondiale

Alcuni ufficiali dell'Esercito Giapponese Imperiale erano contrari all'idea della resa incondizionata durante la Seconda Guerra Mondiale. Il 14 agosto 1945 centinaia di soldati assaltarono il palazzo imperiale per distruggere le registrazioni del discorso di resa dell'Imperatore. La configurazione del palazzo era tuttavia così complessa che i cospiratori non riuscirono mai a trovarle. Esse vennero fatte uscire di nascosto dal palazzo in una scatola laccata e in un portapranzo, in tempo per la trasmissione.

Pubblicato il 28/10/2020
Fonte: Time, Wikipedia inglese (link alla fonte principale)
L'ultima notte della Seconda Guerra Mondiale, il 14 agosto del 1945, in Giappone ci fu un tentato colpo di stato conosciuto oggi come "Incidente Kyujo".
Due ufficiali dell'esercito, Kenji Hatanaka e Jiro Shiizaki, condussero una squadra di ribelli al Palazzo Imperiale.
Hatanaka e Shiizaki dissero ai comandanti del reggimento di guardia di palazzo che ordini dall'alto chiedevano di isolare il palazzo. Le guardie accettarono, credendo che ci fosse effettivamente una (altra) minaccia. Soltanto uno dei luogotenenti, Takeshi Mori, ebbe dei sospetti e venne giustiziato a sangue freddo.

Nel palazzo, lo stenografo imperiale stava finendo il discorso imperiale di resa. Poco prima mezzanotte, l'imperatore Hirohito entrò in un bunker sotto il palazzo, dove un team di tecnici dell'agenzia delle comunicazioni nazionali (la NHK) aveva predisposto una postazione di registrazione.
Il discorso venne registrato in fretta e i tecnici trasferirono le registrazioni su due vinili, posti in casseforti otto il palazzo.
I ribelli scandagliarono le catacombe sotto il palazzo per ore, arrestando ed interrogando tutti i membri dello staff, minacciandoli con le baionette. Nelle ore successive, divenne evidente che i cospiratori non stavano ricevendo il supporto sperato da parte del resto dell'esercito. Le guardie di palazzo non smisero di opporsi. Soprattutto, però, il loro fallimento fu evidente quando non riuscirono a trovare le registrazioni. In città c'era il blackout e gli uomini furono costretti a vagare per le cantine usando le lampade. Non conoscendo la configurazione dei labirinti sotterranei, tra bunker, passaggi segreti e stanze marcate con lettere arcaiche, la ricerca fallì.
Il resto dell'esercito circondò il palazzo. Alle 8.00, i cospiratori si consegnarono ma non vennero arrestati. Tutti quanti sapevano che avrebbero scelto un'altra via d'uscita, molto presto: quella dei samurai. Nelle ore successive i due uomini si aggirarono per Tokyo distribuendo volantini che spiegavano quello che avevano fatto e perché. Poco prima che il discoro dell'imperatore venne trasmesso, entrambi si tolsero la vita.

I due vinili erano stati fatti uscire da palazzo in segreto, e consegnati alla NHK. Uno dei due aveva l'etichetta "ORIGINALE" e l'altro "COPIA": il primo era tato nascosto in una scatola laccata e il secondo in un portapranzo.

Non appena la voce dell'imperatore attraverso l'aere, non c'era più modo di tornare indietro. Nessuna rivolta poteva avere successo. La guerra era finita.


Palazzo Imperiale

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