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I cinque soli: ecco perché gli aztechi pensavano di vivere nel quinto mondo

Gli Aztechi credevano di star vivendo nel “quinto mondo”. Il quarto era stato distrutto da un’inondazione, il terzo dal fuoco, il secondo dagli uragani e il primo da giaguari che avevano divorato tutti quanti

Pubblicato il 18/06/2019
Fonte: Wikipedia inglese (link alla fonte principale)
Gli aztechi e i nahua (i popoli indigeni del Messico e America centrale che, come gli aztechi, parlavano il nāhuatl) erano fermamente convinti che il mondo in cui vivevano fosse il quinto, dopo quattro cicli di creazione e distruzione.
Per indicare questa credenza si usa il termine “cinque soli”. La credenza dei cinque soli ha origini molto antiche, risalenti ai primi popoli del Messico centrale e delle regioni mesoamericane. La società azteca postclassica (ovvero quella che precedette la distruzione ad opera degli spagnoli, a partire dal XVI secolo) aveva ereditato le credenze e le tradizioni riguardo ai miti della creazione degli antenati, pur introducendo qualche elemento di innovazione.
Secondo le leggende, c’erano stati già quattro mondi, o “Soli”, prima dell’universo attuale. Questi mondi erano stati creati e popolati, e poi distrutti, dalle azioni di figure divine.

All’inizio, dal nulla, emerse il primo dio, Ometeotl. Egli era il dio della dualità: era sia maschio sia femmina, buono e cattivo, luce e ombra, acqua e fuoco, giudizio e perdono. Ometeotl diede la vita a quattro divinità, i Tezcatlipocas. Ognuno di loro andò a presiedere una delle direzioni cardinali: a Ovest andò Quetzalcoatl, dio della luce, della misericordia e del vento. A Sud andò Huitzilopochtli, divinità della guerra, e ad Est Xipe Totec, dio dell’oro, dell’agricoltura e della primavera. A Nord, infine, andò il dio del giudizio, della notte, della stregoneria, il Tezcatlipoca Nero.

 Quetzalcoatl
Quetzalcoatl


Questi quattro dei crearono il mondo e altre divinità. Il primo popolo era composto di giganti. Vennero create le divinità della pioggia e della fertilità, Tlaloc, e dei laghi e della bellezza, Acuecucyoticihuati, ma mancava ancora la luce. Tezcatlipoca Nero fu scelto affinché diventasse un sole, ma non ci riuscì. Divenne solo mezzo sole, e il mondo proseguì con fatica, finché Quetzalcoatl e lui non iniziarono a litigare, e Quetzalcoatl spedì infine il fratello via dal cielo. Colmo di rabbia, il Tezcatlipoca Nero ordinò ai giaguari di mangiare tutte le persone.

Tezcatlipoca Nero
Tezcatlipoca Nero in veste di giaguaro


Quando gli dei crearono un nuovo gruppo di persone, questa volta erano più piccole, di taglia “normale”. Quetzalcoatl divenne il nuovo sole. Con gli anni, però, le persone sulla terra divennero sempre meno civilizzate e smisero di mostrare rispetto agli dei. Come risultato, Tezcatlipoca Nero mostrò la propria autorità come divinità della stregoneria e trasformò tutti in scimmie. Ma Quetzalcoatl si infuriò, e spazzò via tutte le scimmie dalla Terra con un uragano gigantesco, e smise di fare il sole.

Il sole successivo fu Tlaloc, ma Tezcatlipoca Nero sedusse la moglie, che era divinità del sesso, dei fiori e del mais. Tlaloc si immerse nel proprio dolore e la Terra venne colpita dalla siccità. Le persone pregarono per la pioggia, senza ricevere risposta, e insistettero tanto che alla fine Tlaloc, in un impeto di rabbia, distrusse il mondo con una tempesta di fuoco.

A questo punto Acuecucyoticihuati, dea dei laghi e della bellezza, divenne il prossimo sole e anche la nuova moglie di Tlaloc. Tezcatlipoca Nero, divinità del giudizio, la accusò di non amare abbastanza le persone, benché lei fosse in realtà molto affezionata all’umanità. Il suo giudizio schiacciò la dea, che pianse per 52 anni e causò un’inondazione che affogò tutti quanti.

Quetzalcoatl era stufo di accettare la distruzione delle sue persone e andò nell’oltretomba per rubarne le ossa. Usando il suo sangue, fece risorgere le persone e mise in cielo un nuovo sole, Huitzilopochtli .
Le stelle, o Tzitzimimeh, divennero gelose del fratello più brillante e ogni notte la dea della luna Coyolxauhqui le guida in un assalto al Sole. Quando esse brillano in cielo si avvicinano a una vittoria, ma ogni volta Huitzilopochtli riesce a ristabilire il dominio del sole. Per aiutarlo in questa continua lotta, gli aztechi si impegnano ad offrirgli nutrimento con il sangue ottenuto sacrificando i prigionieri di guerra.

Tenochtitlan disegnata da Diego Rivera
Tenochtitlan disegnata da Diego Rivera

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