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I gatti di bordo accompagnano per mare i marinai fin dall'antichità
Quella di tenere i gatti sulle navi è stata per lungo tempo una tradizione dei marinai, per via della loro efficienza nel tenere a bada le infestazioni, e grazie alla credenza che portassero buona fortuna alle navi. Si pensa che i gatti si siano diffusi nel mondo grazie agli esploratori degli Antichi Egizi, dei Vichinghi e dell'Età delle Esplorazioni. Offrivano una buona compagnia e facevano sentire i marinai a casa.
Fin dai tempi antichi, innumerevoli navi di diverso tipo hanno ospitato uno o più gatti. I felini si occupavano dei topi, che potevano danneggiare le funi e il legno e minacciavano le riserve di cibo e le merci.
I gatti, che hanno una buona capacità di adattamento, sono perfetti per servire su una nave. Inoltre, i gatti di bordo facevano sentire i naviganti a casa. Erano particolarmente importanti in periodo di guerra, quando le provviste erano limitate, e gli uomini erano costretti a stare lontani da casa per lunghi periodi. La compagnia dei felini era la benvenuta e scaldava gli animi.
Alcune navi avevano più di un gatto, oppure ospitavano eventuali cuccioli nati in mare. I gatti potevano anche “salire di grado” e diventare mascotte di una particolare parte della nave, come la sala motore o il ponte, per diventare addirittura la mascotte “ufficiale” di tutta l’imbarcazione.
Lo scoppio della Seconda guerra mondiale, con la diffusione delle comunicazioni di massa, portò anche alcuni gatti di bordo a diventare celebrità a pieno titolo. Ancora oggi si ricordano alcuni di loro, tra cui l’inaffondabile Sam, che servì su tre navi da guerra, una tedesca e due britanniche. Un altro è Blackie, gatto di bordo sulla HMS Prince of Wales della Royal Navy britannica. Nella foto sotto, invece, potete vedere Tiddles, che servì su diverse portaerei britanniche.