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L'evoluzione può trovare due soluzioni differenti allo stesso problema
L'evoluzione umana può risolvere lo stesso problema in maniere differenti. Le prime popolazioni si sono adattate alle altitudini elevate in modi diversi: sulle Ande, il loro cuore si è rafforzato, in Tibet il sangue ha imparato a trasportare l'ossigeno in modo più efficiente.

Nel 2018 una serie di studi si è concentrata sui dati genetici relativi alle popolazioni del Sud America, l'ultima grande fermata del viaggio umano intorno al mondo.
Uno di questi studi si è focalizzato sulle Ande, la catena montuosa nell'ovest del Sud America. Gli esseri umani hanno iniziato a vivere sulle Ande circa 9000 anni fa, e non hanno certamente avuto vita facile. Ad altitudini elevate, il freddo è tosto e l'aria è rarefatta, e il corpo umano fa più fatica ad assorbire l'ossigeno. Le popolazioni che si insediarono sulle Ande, dunque, dovettero adattarsi a queste dure condizioni.
Per scoprire come, l'antropologo John Lindo ha sequenziato i genomi di sette nativi degli altipiani del Peru, vissuti tra 1600 e 6100 anni fa, raccogliendo anche diverse sequenze di due popolazioni di nativi odierni.
I ricercatori hanno scoperto che, per adattarsi alle altitudini andine, le antiche popolazioni hanno sviluppato varianti genetiche in grado di rendere il loro cuore più forte. Curiosamente, queste non è la stessa soluzione che l'evoluzione ha scelto per altri gruppi umani. I nativi del Tibet, per esempio, hanno una variante genetica che aumenta la capacità del sangue di trasportare l'ossigeno.
Bisogna annotare che il corpo umano in interazione con l'ambiente agisce come un sistema complesso, in cui singole differenze nelle condizioni iniziali possono avere un impatto decisivo nel determinare il risultato finale. Non è, dunque, così sorprendente che l'evoluzione possa sembrare così capricciosa.

Foto di hbieser da Pixabay
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