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Storia di un finto matrimonio e di una delle operazioni sotto copertura più sceniche di sempre
Nel 1990 un dipartimento di polizia del Michigan organizzò un falso matrimonio tra due agenti sotto copertura, per incastrare gli spacciatori del luogo. Durante un'operazione durata cinque mesi, i futuri moglie e marito sotto copertura hanno dovuto fingere di far uso pesante di droga, acquistandone 163 volte da 87 diversi spacciatori, e infiltrandosi nei giri loschi di Detroit. Il gran finale fu il matrimonio finto, a cui tutti i sospettati vennero invitati e durante il quale vennero venduti 90 kg di marijuana. Tutti furono arrestati.
Pubblicato il 03/09/2020
Fonte:
News.com.au, The Atlantic
(link alla fonte principale)
La polizia del Michigan, per riportare un po' di ordine in città, indirizzò i suoi sforzi nella risoluzione di questo problema e ciò risultò in quella che è oggi ricordata come una delle operazioni sotto copertura più sensazionali della storia.
Già in precedenza gli agenti avevano arrestato il membro di una gang. Dopo averlo messo in prigione, avevano annunciato falsamente la sua morte su un giornale locale, tenendo un funerale-farsa che attirò tutti gli altri membri della gang, ricercati, permettendo ai poliziotti di arrestarli.
L'operazione del matrimonio portò questo approccio a un altro livello. L'agente sotto copertura Debbie Williams impersonò la figlia di un gangster. Il suo partner, Lacy Brown, impersonò il suo promesso sposo Danny.
Per poter arrestare i sospetti, questi dovevano effettuare almeno tre vendite o acquisti di sostanze. Altrimenti, un avvocato difensore avrebbe potuto sostenere che la polizia aveva teso una trappola al suo cliente. Gli investigatori, così, dovettero diventare dei clienti fissi. Dovettero entrare nel ruolo con convinzione e impegno. Entrambi, d'altro canto, come riporta l'Atlantic, non sembravano per nulla poliziotti. Riuscirono alla fine ad entrare nei giri di Detroit, e dopo cinque mesi avevano acquistato droga 163 volte da 87 diversi spacciatori.
Alla fine, quando arrivò il momento del matrimonio, il finto padre della sposa (il gangster) si presentò in città con 90 kg di marijuana da vendere. Prima del matrimonio, attirò tutti gli spacciatori della città per acquistare la merce, e li arrestò in flagrante delicto, tenendosi la marijuana con sé, per portarla anche al matrimonio, dove venne "messa all'asta" a tutti gli invitati.
Organizzare il finto matrimonio non fu facile, perché c'era da pensare per davvero a tutto. Venne recuperata una torta nuziale (la metà superiore, però, era fatta di cartone). Venne anche formata una band chiamata Somebody Protect Our Crops ("Qualcuno protegga i nostri raccolti" – di marijuana, si intende). L'acronimo, letto al contrario, risultava in "cops" (poliziotti). Nessuno ci arrivò per tempo, purtroppo per gli invitati.
Il vestito della sposa venne comprato per 17 dollari in un negozio di vestiti di seconda mano. La sposa si attaccò anche una pistola alla giarrettiera.
La cerimonia si tenne senza intoppi. Quando la band suonò “I Fought The Law (and the Law Won)” – tradotto: "Ho Sfidato la legge (e la Legge Ha Vinto)", un agente sotto copertura ha gridato: "Divertiamoci un po'. Chi è un poliziotto, qui, si alzi!". E tutti i veri poliziotti si alzarono, gridando agli altri invitati di mettere le mani sul tavolo e di arrendersi.
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