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La Città Murata di Kowloon: storia dell'area più densamente popolata mai esistita sulla Terra
L'area più densamente popolata mai esistita sulla Terra è stata la Città Murata di Kowloon, un isolato di Hong Kong auto-governato e infestato dal crimine. Nel 1987, circa 33.000 persone vivevano nei suoi 0,026 km²: la Città Murata aveva una densità di circa 1.255.000 abitanti per km quadrato.
«Qui, le prostitute si installavano da un lato della strada mentre un prete predicava e distribuiva il latte in polvere ai poveri dall'altro; assistenti sociali davano consigli mentre i tossicodipendenti si accovacciavano sotto le scale che portavano ai piani superiori; quelli che erano i centri giochi per bambini di giorno diventavano locali per spogliarelli di notte. Era un luogo molto complesso, difficile da generalizzare, un luogo che sembrava spaventoso ma dove la maggior parte delle persone continuava a condurre una vita normale. Un posto proprio come il resto di Hong Kong.» (Leung Ping-kwan, City of Darkness.)
La Città Murata di Kowloon (in inglese: Kowloon Walled City) era un antico forte cinese sulla punta della Penisola di Kowloon. Venne costruito su antico avamposto commerciale a partire dal 1843, e conteneva caserme in grado di ospitare 150 soldati, oltre ad un ufficio per il mandarino, un funzionario della Cina imperiale. Il forte era circondato da un muro lungo 213 metri e largo 121, ed era stato realizzato per costituire una presenza militare visibile accanto alla nuova colonia britannica, dopo che una porzione del territorio era stato ceduto alla Gran Bretagna durante la Prima Guerra dell'Oppio nel 1839.
Nel 1860 venne firmato un nuovo trattato che cedeva l'intera penisola di Kowloon ai Britannici, con l'eccezione della Città Murata. Infine, nel 1899, gli inglesi acquistarono il completo controllo della città, ma la Cina non rinunciò mai completamente a rivendicare un'influenza sul territorio. Missionari ed agricoltori sciamarono nella città, costruendo scuole, chiese e fattorie. Visto che nessuno, tecnicamente, governava la città, essa divenne presto un luogo di malcostume.
La città di Hong Kong voleva abbattere il quartiere e trasformarlo in un parco, ma il governo cinese continuò a contrapporsi. Quando iniziò la Seconda Guerra Mondiale, le forze giapponesi che occupavano la penisola di Kowloon abbatterono le mura.
Dopo la guerra, moltissimi rifugiati accorsero nella penisola, entrando nel vecchio forte, di cui rimaneva soltanto una traccia fatiscente della antica residenza del mandarino.
La Città Murata di Kowloon continuò ad accogliere immigrati, e il numero di abitanti superò i 2000 residenti nel 1947. Le autorità di Hong Kong cercarono più volte di rimuovere gli abusivi e di demolire le loro abitazioni, ma andò incontro a tali rivolte da essere costretto a rinunciare. Da allora, Kowloon divenne una residenza più stabile.
Venne anzi deciso che il governo non avrebbe più esercitato alcuna autorità sulla Città Murata, e Kowloon divenne presto, come disse il Governatore di Hong Kong del tempo, un "pozzo nero di iniquità, con bordelli e tutto poco raccomandabile". La cittadella scivolò nella più completa anarchia. Gli abitanti non pagavano le tasse, non c'erano né sistemi sanitari né polizia.
Fu allora che la Città Murata cominciò ad attrarre chiunque volesse vivere una vita immorale e al di fuori della legalità. Alcune delle organizzazioni criminali più temibili della Cina vi trovarono una nuova, fruttuosa dimora. Lì potevano produrre, vendere e consumare tutta la droga che desideravano, senza temere conseguenze.
Sorprendentemente, però, Kowloon Walled City non era soltanto un luogo di criminali. Moltissimi operai vi si stabilirono con le loro famiglie, avviando svariate imprese di produzione di beni. Ben presto Kowloon si riempì di plastiche, tessuti e cibo.
Mentre sempre più persone si trasferivano a Kowloon, lo spazio divenne un problema. I residenti mostrarono un'incredibile capacità di adattamento, e la città si trasformò rapidamente. Non potendo espandersi in orizzontale, vennero costruite nuove abitazioni in verticale.
Gli 0,026 kilometri quadrati di Kowloon arrivarono ad ospitare 350 palazzi. Quando la popolazione raggiunse il suo picco, ognuno aveva tra i 10 e 14 piani. In tutto, c'erano 10.700 nuclei famigliari e oltre 33.000 residenti. E pensare che la città aveva un solo postino e due soli ascensori.
I palazzi aumentavano in altezza e cominciarono a "fondersi" l'uno con l'altro. La città assunse quasi l'aspetto di un'unica, enorme struttura. Venne chiamata "La Città delle Tenebre" (City of Darkness), dal momento che la luce del sole non riusciva più a penetrare tra gli stretti spazi che separavano gli edifici.
Nel 1963, le autorità di Hong Kong annunciarono nuovamente di avere in programma di demolire parte della città. Sentendo la notizia, la città si diede per la prima volta un governo, fondando un comitato anti-demolizione. Quest'ultimo funzionò fino al 1987, quando i funzionari di Hong Kong entrarono nella città e iniziarono a contattare ogni singolo residente di Kowloon. Venne deciso che la città doveva essere demolita, per far spazio ad un parco pubblico. Hong Kong ricompensò profumatamente ogni residente disposto a trasferirsi, e sgombrò con la forza gli altri.
Il Parco della Città Murata di Kowloon (Kowloon Walled City Park) venne inaugurato il 22 dicembre del 1995. I nuovi Giardini incorporarono la storia dell'antica cittadella dando ad ogni sentiero del giardino lo stesso nome dell'ex strada corrispondente.
Gli antichi cartelli che mostravano il nome della cittadella vennero dissotterrati, e oggi sono ancora in mostra nei giardini, ricordando ai visitatori l'incredibile storia del luogo.