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Shuhei Nishida e Sueo Oe, i due amici che non si lasciarono dividere da una medaglia
Alle Olimpiadi di Berlino del 1936 due saltatori dell’asta giapponesi arrivarono entrambi al secondo posto, ma rifiutarono di competere per lo spareggio. Dopo essere tornati in Giappone tagliarono le medaglie a metà e le fusero l’una all’altra, così che ognuno avesse una medaglia metà bronzo e metà argento
Pubblicato il 10/01/2019

I finalisti erano tre americani e due giapponesi. Uno dei primi venne eliminato non riuscendo a saltare i metri e 25. L’altro, Meadows, riuscì anche nei 4 e 35, e gli altre tre atleti - un americano e i due giapponesi -non ci riuscirono, essendo così costretti a giocare una nuova sfida per i secondi posti.
Il terzo americano fallì alla prima prova, e i due giapponesi la superarono. Quindi uno dei due avrebbe avuto la medaglia di bronzo, e l’altro quella d’argento. Ma quale sarebbe stata assegnata a chi?
Shuhei Nishida e Sueo Oe erano entrambi studenti, ma soprattutto erano amici. Lasciando tutti a bocca aperta, decisero di non competere ulteriormente, perché volevano condividere gli onori.
La loro decisione venne rifiutata: qualcuno doveva prendere il bronzo e qualcuno l’argento. Allora il team decise di fare l’argento a Nishida, che aveva saltato 4,25 m al primo tentativo, mentre Oe soltanto al secondo.
Gli atleti non erano soddisfatti: dopo essere tornati in Giappone, decisero di tagliare entrambe le medaglie in due, e di fonderle in due medaglie ibride mezzo bronzo e mezzo argento.
La medaglia è da allora conosciuta come “la medaglia dell’amicizia”. Una medaglia che serve a ricordare come, persino nell’atmosfera piena d’odio della Germania di Hitler, i giochi olimpici hanno permesso ai giovani di mostrare il loro lato migliore e più umano.

Wikimedia // PD

http://www.sport-museum.jp/exhibits/room03/pop_item2.html // Wikimedia // Fair Use
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