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Centinaia di anni fa il sonno notturno era diviso in due fasi

Centinaia di anni fa la maggior parte delle persone andavano a letto presto, si svegliavano per un’ora o due durante la notte per fare diverse cose e poi tornavano a dormire per un “secondo sonno”. Il periodo di veglia durante la notte era utilizzato per attività come il cucito o la lettura, ma c’era anche chi faceva visita ai vicini.

Pubblicato il 11/01/2019
Fonte: BBC, Science Alert (link alla fonte principale)
Secoli e secoli fa, il “sonno segmentato” era la norma.
Molti testi lo riportano, tra cui Barnaby Rudge di Charles Dickens (1840): in una scena lo scrittore fa riferimento al “primo sonno”.
Gli antropologi riferiscono che nell’Europa preindustrale il cosiddetto “sonno bifasico” era considerato la norma. E il sonno subiva anche l’influenza di eventuali faccende da sbrigare.
Un libro dello storico A. Roger Ekirch parla di come le famiglie si ritirassero un paio d'ore dopo il tramonto, si svegliassero poche ore dopo e aspettassero un’ora o due prima di prendere il “secondo sonno”, per riposare fino all’alba.

Il periodo di veglia durante la notte era utilizzato per il relax, per ripensare ai propri sogni, per fare sesso o anche per attività come il cucito, il taglio della legna, la lettura. Ma alcuni facevano anche visita ai vicini.

A quanto pare la pratica del primo e del secondo sonno iniziò a sparire dalla fine del XVII secolo. Probabilmente i primi ad abbandonarla furono le classi agiate del Nord Europa. Nei successivi 200 anni un lento processo portò al sonno come lo conosciamo oggi.



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