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Una serie di rare foto a colori dell'impero russo dei primi del '900 ritratto con una tecnica pionieristica
Anni prima della scoperta della moderna fotografia a colori, un chimico e fotografo russo inventò una tecnica basica ma pionieristica per ottenere fotografie a colori. Per avere il risultato desiderato combinava tre foto in bianco e nero, ognuna passata attraverso un filtro colorato (rosso, verde e blu). Grazie a lui, esistono diverse foto a colori dell'Impero Russo nei primi anni del '900.
Pubblicato il 26/07/2020
Fonte:
Wikipedia inglese
(link alla fonte principale)
Lo zar Nicola II gli fornì una speciale camera oscura montata su un vagone: Prokudin-Gorsky viaggiò per tutto l'Impero Russo dal 1909 al 1915, scattando diverse foto con la sua pioneristica tecnica cromatografica.
Dal 2000, i negativi conservati alla Library of Congress USA sono stati digitalizzati e sono state così prodotte diverse immagini in alta qualità.
La fotografia a colori di Sergey Prokudin-Gorsky
Il metodo usato da Prokudin-Gorsky era stato suggerito già a metà del XVIII secolo da James Clerk Maxwell. Imitando la modalità con cui l'occhio umano percepisce il colore, lo spettro dei colori veniva diviso in tre canali. Per ogni canale veniva prodotta una fotografia in bianco e nero, una presa attraverso un filtro rosso, una attraverso un filtro verde e una attraverso un filtro blu.
Proiettando i canali attraverso filtri dello stesso colore, e dunque combinandoli su uno schermo, i colori originali venivano sintetizzati in maniera additiva. Le foto potevano anche essere viste attraverso un dispositivo ottico chiamato cromoscopio, che combinava i tre canali in un'immagine. Era anche possibile stamparle usando i colori complementari ciano, magenta e giallo che ricostruivano il colore in maniera sottrattiva.
La missione per documentare l'Impero Russo del suo tempo
Nel 1905 Prokudin-Gorsky aveva ideato un piano per sfruttare le varie scoperte nel campo della fotografia a colori per documentare l'impero Russo nella maniera più estesa e completa possibile. Lo Zar Nicola II gli aveva fornito, come già accennato, una camera oscura mobile, e gli aveva dato dei permessi per entrare nelle aree protette e per garantirgli la cooperazione dei burocrati dell'Impero. Tra il 1909, fino al 1915, il lavoro di Prokudin-Gorsky si articolò come un ricco ritratto di un mondo perduto: l'Impero Russo alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e della Rivoluzione Russa. Fotografò chiese medievali, monasteri, ferrovie e fabbriche di un sistema industriale emergente, ma anche la vita quotidiana di tanti tipi di cittadini russi.
Si stima che abbia prodotto 3500 foto, molte delle quali giunte fino a noi. Qua sotto ne potete trovarne alcune.
Un dettaglio di "Alleia Hamerops" che mostra i tre canali singoli e poi combinati
Donne greche che raccolgono il tè a Chakvi, Georgia
Una donna italiana presso un cancello
Un insegnante ebraico con gli alunni a Samarcanda
Ministro dell'Interno, Bukhara
Donna armena che indossa il vestito nazionale ad Artvin
Prigione di Zindan a Bukhara, 1907
Una cappella a Myatusovo, 1909
Rocca Staraya Ladoga, 1909
Chiesa di San Giovanni Battista sulla collina Malyshevaya; Staraya Ladoga, 1909
Giovani paesane russe in una zona rurale lungo il fiume Sheksna vicino alla cittadina di Kirillov, 1909
Razguliai, nei sobborghi della città di Perm, 1910
Pinchas Kaplinskiy, supervisore di una chiusa a Chernigov, 1910
Deviatore Bashkir vicino a Ust-Katav, 1910
Villaggio Kolchedan sui Monti Urali, 1912
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