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Dopo il disastro di Fukushima, gli anziani si sono offerti di pulire i reattori esponendosi alle radiazioni al posto dei giovani
Dopo il disastro nucleare di Fukushima, nel 2011, oltre 500 anziani giapponesi si sono offerti volontari per aiutare a ripulire le scorie nucleari. In questo modo i giovani non sarebbero stati esposti ai pericolosi livelli di radiazioni. I più vecchi hanno sacrificato la propria sicurezza per proteggere le giovani generazioni.

Furono richiesti lavori notevoli per il raffreddamento dei reattori e per la pulizia del materiale radioattivo. Furono coinvolti migliaia di lavoratori, per una missione che a tutti gli effetti nessuno voleva accettare.
Yasuteru Yamada, al contrario, era impaziente di fare la sua parte. Il 72enne, dopo aver visto in televisione centinaia di uomini più giovani al lavoro alla centrale di Daiichi, ha avuto un'idea: reclutare anziani ingegneri come lui, e altri specialisti, per supportare i lavori.
Non soltanto avevano le competenze richieste ma, soprattutto, l'età avanzata permetteva di abbassare i rischi: per sviluppare le malattie legate all'esposizione di radiazioni spesso ci vogliono diversi anni.
I volontari potevano così risparmiare ai più giovani pericoli come sterilità o cancro.
Qualche settimana dopo il devastante terremoto, Yamada e Nobuhiro Shiotami, un amico ingegnere, hanno formato il cosiddetto "Corpo dei Veterani Esperti". Mandando migliaia di email e lettere, Yamada ha messo su una squadra che è arrivata a comprendere oltre 500 uomini.
"È stata la mia generazione a costruire quelle centrali. Dobbiamo assumercene la responsabilità. Non possiamo scaricarle sulla successiva". Ha detto Kazuko Sasaki, 72enne, nonna e volontaria.

Un'immagine del disastro / Digital Globe // Wikimedia // CC
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