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La tormentata e inquietante storia del serial killer Ed Kemper

Il serial killer Ed Kemper ha fatto amicizia con gli stessi agenti di polizia che stavano indagando sui suoi omicidi. Per una bizzarra combinazione, si incontravano in un bar chiamato "Jury Room" (Stanza della Giuria). Lo chiamavano "Big Ed" e non sospettarono mai di lui. Quando iniziò a confessare, pensavano che li stesse prendendo in giro.

Pubblicato il 15/07/2021
Fonte: tpgonlinedaily.com, Wikipedia inglese (link alla fonte principale)

Il 24 aprile del 1973, il dipartimento di polizia di Santa Cruz County ricevette una telefonata da un uomo chiamato Edmund Kemper. Egli disse loro di essere responsabile dell'omicidio di sua madre, Clarnell Strandberg, e della sua migliore amica, Sara Hallet. Kemper chiamò da un telefono a gettoni di Pueblo, Colorado, e lanciò un appello disperato: "Fermatemi. Sono a un passo dal farlo di nuovo".

Il serial killer Ed Kemper
Il serial killer Ed Kemper

Il primo omicidio di Ed Kemper

Non era la prima volta che Ed Kemper faceva una chiamata di questo tipo. Quando aveva 15 anni, Edmund era stato mandato a vivere con i suoi nonni paterni a North Fork, in California. Il 24 agosto del 1964 Kemper sparò a sua nonna. Il motivo? Voleva "solo sapere come si sarebbe sentito". E poco dopo sparò anche a suo nonno, affermando in seguito: "non volevo che vedesse cosa avevo fatto".

In quel giorno di agosto, Kemper chiamò sua madre dicendole quello che era successo. Lei avvisò le autorità ed Edmund venne arrestato e condannato per omicidio. Durante il processo venne però deciso che il killer avrebbe avuto maggior beneficio da un ospedale psichiatrico che da una prigione. Nel dicembre dello stesso anno, Ed Kemper venne rinchiuso nell'Atascadero State Hospital, dove avrebbe passato cinque anni. Fu durante questo periodo che i dottori scoprirono ciò che il profiler dell'FBI John Edward Douglas avrebbe in seguito osservato in tanti altri serial killer: una buona parte della sua indole perversa aveva avuto origine dalla relazione, estremamente tossica, che Kemper aveva avuto con sua madre fin dai primi anni di vita.

[A tal proposito, potete leggere anche anche: H. H. Holmes e il suo "Castello della morte": storia del primo serial killer degli USA, in particolare l'ultimo paragrafo: "L'infanzia di Holmes: ipotesi su come nasce un serial killer"]

Il ritorno di Ed con la madre e i cruenti omicidi

I dottori di Atascadero raccomandarono di non mandare Edmund a vivere con sua madre, ma la Youth Authority non seguì il consiglio. Quando aveva 20 anni, egli venne restituito alla madre, che si era nel frattempo trasferita a Santa Cruz per lavorare all'università.

Ed Kemper non era soltanto un serial killer. Era anche un tipo parecchio piacevole, secondo quanto affermarono quelli che lo conoscevano. Frequentava il bar del tribunale della contea di Santa Cruz, e divenne amico di molti agenti di polizia del luogo. Gli stessi che, nel frattempo, iniziarono ad indagare sui suoi omicidi. Lo chiamavano "Big Ed", per via della sua imponente statura. Kemper era così appezzato che, quando fece la chiamata da Pueblo per confessare tutto, la polizia pensò che stesse scherzando. Nessuno poteva immaginare quello che Kemper aveva fatto negli ultimi mesi.

Tra il maggio del 1972 e il febbraio del 1973, Kemper uccise sei giovani ragazze mentre facevano l'autostop. Erano tutte studentesse del college, ed è per questo che lui si sarebbe guadagnato il soprannome "The Co-Ed Killer".

Il modo in cui Ed Kemper disponeva le sue tante vittime è la parte più disturbante della storia. Ve ne stiamo per parlare e vi consigliamo di continuare a leggere con discrezione.

Dopo aver ucciso le donne, Kemper portava i loro corpi in casa di sua madre, ad Atops. Qui, le sue vittime venivano decapitate e smembrate. La maggior parte delle volte le varie parti del corpo venivano sparse per la contea.

Kemper era malato e lo sapeva. Era pieno di senso di colpa ma non riusciva a controllare la spinta ad uccidere. Cercò di fermarsi molte volte, ma non riuscì mai. Sviluppò anche fantasie paranoidi sulla possibilità di essere catturato presto. Arrivò ad un punto in cui sapeva di dover fare qualcosa per cambiare le cose.

La sua soluzione fu però terribile. Il 21 aprile del 1973, alle 5 di mattina, Ed Kemper si alzò da letto e prese un martello dalla cucina. Entrò in camera di sua madre e la colpì sulla tempia, uccidendola. Pulì la scena del crimine e girò il materasso, portando il corpo della madre nell'armadio. Poi, uscì di casa e andò al Jury Room a prendersi un drink.

Più tardi, quella sera, egli tornò sulla scena del crimine e la paranoia crebbe. Decise di giustificare l'assenza della madre dicendo alle persone che aveva lasciato la città con la sua migliore amica, Sara Hallet. Il punto è che, allora, Kemper doveva uccidere anche Hallet. La chiamò, dicendo che voleva invitarla a cena per fare una sorpresa a sua madre, e quando entrò in casa Kemper la colpì allo stomaco e la strangolò.

Il giorno successivo, Ed Kemper salì sulla macchina della Hallet e iniziò a guidare verso est. Immaginò che i corpi sarebbero stati scoperti presto, e tenne d'occhio i giornali. Ma non c'erano notizie in tal senso. Passarono i giorni, e Kemper decise di chiamare e confessare.

L'arresto di Kemper e il tempo passato in prigione

Il serial killer venne prelevato dal Colorado e riportato a Santa Cruz, dove ricevette 8 capi di imputazione per omicidio di primo grado. L'9 novembre 1973, la giuria lo giudicò capace di intendere e di volere e lo condannò all'ergastolo. Kemper cercò di uccidersi due volte durante il processo, e chiese la pena di morte senza ottenerla. Venne chiuso in prigione, dove risiede tuttora.

Kemper è considerato un prigioniero modello. È stato incaricato della gestione degli appuntamenti degli altri prigionieri con gli psichiatri, e ha letto un'enorme quantità di audiolibri per persone non vedenti.

Kemper ha rilasciato, dalla prigione, una serie di interviste che misero in luce diverse sue dinamiche psicologiche. Il suo contributo è stato fondamentale per comprendere e modellare la mentalità dei serial killer. Il profiler dell'FBI John Douglas descrisse Kemper come "uno dei più intelligenti" carcerati da lui intervistati. Secondo Douglas, la cui pioneristica attività di profilazione dei serial killer è raccontata nella serie Mindhunter (altamente consigliata), Kemper aveva una consapevolezza di sé decisamente insolita per un criminale violento.

Ed Kemper non si è mai tirato indietro quando si trattava di parlare dei suoi crimini. Ha affermato che partecipava alle interviste per aiutare le persone come lui ad evitare di uccidere.

Leggi anche: I serial killer più famosi e diabolici di sempre

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