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Il cognome “Esposito” deriva dai bambini che venivano abbandonati
Il cognome “Esposito”, così come le sue varianti, deriva dai bambini che venivano abbandonati (“esposti”). Ogni persona con questo cognome, oggi, discende da un bambino abbandonato che doveva mantenere il cognome assegnatogli all’orfanotrofio. Il cognome, che venne assegnato fino al XVIII secolo, ha principalmente origini Campane.

Chi ha il cognome “Esposito”, oggi, ha un lontano antenato che è stato abbandonato in orfanotrofio.
Il cognome, infatti, veniva assegnato ai trovatelli, cioè ai bambini che venivano abbandonati dai genitori alla nascita o in tenera età. “Esposito” era il cognome che, a Napoli, veniva assegnato ai bimbi trovati nella cosiddetta “ruota degli esposti”, un vero e proprio “macchinario da abbandono”, dotato di cilindro di legno girevole, che permetteva di lasciare un bambino in forma anonima al brefotrofio (l’istituto che accoglie e alleva i neonati illegittimi).


La pratica di lasciare il neonato ai brefotrofi era nota come “esposizione”, e fin dal Medioevo si diffusero cognomi come Diotaiuti, Diotallevi, Sperandio, Degli Esposti, Esposti, Trovati, Trovatelli, Incerti, Innocenti. Tra il XVI e il XVIII secolo, nelle grandi città, i bambini “esposti” (o “proietti”, deriva dal latino proicere, ossia deporre) erano addirittura un terzo.
La consuetudine di conferire il cognome Esposito ai trovatelli napoletani fu interrotta all’inizio dell’Ottocento: il re di Napoli Gioacchino Murat lo considerava come una potenziale fonte di discriminazione e di disagio, dal momento che denotava l’umiltà delle origini del soggetto.
Si dicesi che i bambini abbandonati dovessero ricevere un cognome di fantasia “personalizzato”, ad esempio che richiamasse le caratteristiche fisiche del piccolo.