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I tanti nomi della sifilide
Storicamente, la sifilide ha avuto tantissimi nomi. In Italia e Germania veniva conosciuta come "La Malattia Francese". In Francia era nota come "La Malattia Italiana". In Olanda era "La Malattia Spagnola". In Russia "La Malattia Polacca". I turchi la chiamavano "La Malattia dei Cristiani".

Storicamente, la prma epidemia di sifilide in Europa avvenne tra il 1494 e il 1495, partendo da Napoli durante un'invasione francese. Era stata diffusa, si pensava, dalle truppe francesi, ed è per questo che veniva chiamata "la malattia francese".
Il nome "sifilide" venne coniato dal medico e poeta italiano Girolamo Fracastoro, in un poema pastorale scritto nel 1530 in latino e intitolato Syphilis sive morbus gallicus (Sifilide o il Morbo Gallico). Il protagonista è un pastore chiamato Syphilus: egli è il primo uomo a contrarre la malattia, mandata dal dio Apollo come punizione per una provocazione che Syphilus e i suoi seguaci avevano attuato.
Fu proprio dal personaggio che Fracastoro prese il nome della malattia, che utilizzò anche in una sua pubblicazione De Contagione et Contagiosis Morbis (1546) ("Sul contagio e sulle malattie contagiose").
Fracastoro annotò che fino a quel momento la sifilide era chiamata "malattia Francese" in Italia, a Malta, in Polonia e in Germania, e "malattia italiana" in Francia. Ma non solo: gli olandesi la chiamavano "malattia spagnola" e i russi "malattia polacca". I turchi, invece, la chiamavano "malattia cristiana".
Questi nomi nazionali riflettevano le aspre relazioni politiche tra le nazioni e diventavano una sorta di propaganda. Gli olandesi protestanti, ad esempio, avevano combattuto contro i loro sovrani spagnoli, gli Asburgo. Facendo riferimento alla sifilide come malattia "spagnola" si poteva rinforzare la percezione che gli spagnoli fossero immorali e sporchi: decisamente utile politicamente.
In alcuni casi, però, queste attribuzioni suggerivano possibili percorsi della diffusione dell'infezione, o almeno secondo la percezione delle popolazioni che venivano infettate dall'esterno. Spesso la malattia veniva diffusa da marinai e soldati stranieri, che entravano in contatto con le prostitute locali, e il termine rifletteva la xenofobia diffusa e la diffidenza nei confronti dello straniero.
