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Ecco perché dormiamo male quando passiamo la notte in un posto nuovo

Quando passiamo la notte in un nuovo luogo per la prima volta, può capitare che dormiamo male perché il nostro cervello tenta di proteggerci. Molti animali dormono con soltanto metà del cervello, mentre l'altra rimane all'erta per identificare potenziali pericoli. Per gli esseri umani, si tratta di un effetto chiamato "della prima notte": i nostri corpi ci lasciano in uno stato di semi-veglia la prima volta che dormiamo in un ambiente non familiare.

Pubblicato il 27/08/2020
Quando dormiamo in un ambiente non familiare, soltanto metà del nostro cervello riesce a riposare per davvero. Per la precisione la metà destra, perché la parte sinistra del cervello sembra rimanere più sveglia. Lo afferma Yuka Sasaki, professoressa di psicologia cognitiva e linguistica alla Brown University.
Una recente pubblicazione su Current Biology spiega il meccanismo del cosiddetto "effetto della prima notte", ed evidenzia che in questo abbiamo molto in comune con gli uccelli e i mammiferi marini, che di frequente dormono con solo metà del proprio cervello, mentre l'altra rimane in allerta.

L'esistenza dell'effetto della prima notte è conosciuta da decenni, quando si è iniziato a studiare le persone nei laboratori per la ricerca sul sonno. La prima notte in laboratorio, di solito, il sonno è così pessimo che i ricercatori scartano semplicemente ogni dato registrato.
Sasaki voleva però approfondire quello che succede nel cervello durante quella prima notte. Insieme a un team di ricercatori, ha studiato le onde cerebrali di 35 studenti della Brown addormentati.
Le cosiddette "onde lente", che sono associate al sonno profondo, erano maggiori in certe aree dell'emisfero destro rispetto alle corrispondenti aree dell'emisfero sinistro. Ma solo durante la prima notte nel nuovo ambiente.

Per confermare che il lato sinistro del cervello era in effetti più in allerta, i ricercatori hanno condotto altri esperimenti. Ad esempio, hanno fatto ascoltare agli studenti addormentati dei suoni ripetuti, tutti uguali, seguiti da uno ad altezza diversa. Quando qualcuno è sveglio o ha un sonno leggero, il tono diverso provoca una risposta nel cervello. Effettivamente questo accadde negli studenti, ma solo la prima notte e solo nell'emisfero sinistro del cervello.

Da un po' di tempo si sapeva che i mammiferi marini, come i delfini e alcune foche, e gli uccelli, possono dormire solo con metà del cervello. Oggi i predatori non sono più un problema come una volta, per gli umani. Ma il cervello si è evoluto molto lentamente, modellandosi durante i tanti secoli in cui le notti erano piene di oscurità e terrore.

Quando dormiamo in un nuovo ambiente, non sappiamo quanti predatori ci sono. La risposta del cervello a questo potenziale pericolo è involontaria e inevitabile, anche oggi. Dopo la prima notte, per fortuna, se ne va.

Ragazza che dorme
Foto di Ivan Oboleninov da Pexels


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