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La vista dell'aquila, che ci permetterebbe di vedere una formica a terra dal decimo piano di un edificio
Se gli umani avessero la vista di un’aquila, potremmo vedere una formica a terra dal decimo piano di un edificio. Inoltre, conosceremmo molti più colori (compresi quelli ultravioletti), e avremmo una visuale quasi a 360°
Fonte:
LiveScience, Wikipedia inglese, insightvisioncenter.com
(link alla fonte principale)
Se il nostro sistema visivo fosse perfetto come quello dell’aquila, potremmo vedere una formica che cammina a terra dal decimo piano di un edificio. Gli oggetti davanti a noi apparirebbero magnificati (ingranditi), e potremmo conoscere più colori.
Come è fatto il sistema visivo di un’aquila?
La retina (ovvero la parte dell’occhio formata dai recettori visivi) è più pronunciata rispetto a quella umana, con molti più coni e bastoncelli.
Si tratta di recettori, gli uni deputati alla percezione del colore in condizioni di luce più intensa, gli altri deputati alla percezione di intensità e di contorni in condizioni di luce meno intensa.
La fovea dell’aquila, la parte più profonda della retina che permette di percepire con la massima nitidezza una porzione del campo visivo, ha un milione di cellule per millimetro quadrato. Per confronto, la fovea umana ha 200.000 cellule.
https://www.insightvisioncenter.com/human-vision-vs-eagle-vision/
Secondo il professor emerito William Hodos dell’Università del Maryland, la fovea dell’aquila, più profonda, agisce come la lente di un teleobiettivo, permettendo di magnificare gli oggetti davanti a loro.
Il cristallino, inoltre, particolarmente potente, permette di cambiare velocemente la messa a fuoco sugli oggetti.
Ma non è finita qui: il gran numero di coni permette alle aquile di avere una visione del colore superiore alla nostra. Esse possono vedere i colori in modo più vivido rispetto a noi, e possono anche vedere la luce ultravioletta. Noi non possiamo avere idea di come siano questi colori. Non c’è modo di conoscere l’esperienza soggettiva della luce ultravioletta.
Anche il campo visivo dell’aquila è molto più ampio del nostro. Con gli occhi a 30° dal centro del volto, l’aquila ha un campo visivo di 340°, mentre il nostro è di soli 80°.
In che modo viene studiata la capacità visiva di un’aquila?
È stato calcolato che l’aquila arriva ad avere un’acuità visiva di 20/5 (secondo l’unità di misura di Snellen) o di 40/10 (secondo la misura di Monoyer).
Il paradigma sperimentale per effettuare questa misurazione prevede delle aquile che vengono addestrate a volare per un tunnel, in fondo al quale ci sono due schermi tv con due pattern differenti, uno dei quali attira l’aquila, a cui è stato insegnato che quel pattern corrisponde a un premio in cibo. Le strisce dei pattern vengono variate in dimensione, e si rileva a quale distanza le aquile iniziano a prendere la direzione corretta.
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