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La notte polare di Utqiagvik, in Alaska, che dura 67 giorni
A Utqiagvik, in Alaska, il sole tramonta il 18 novembre, per non sorgere più fino al 23 gennaio. Nel mezzo, c’è una notte lunga 67 giorni
Pubblicato il 06/11/2018

Gli abitanti della cittadina, precedentemente chiamata Barraw, sono oltre 4.000. Non soltanto essi devono affrontare le rigidissime temperature (che variano dai -20 ai -40° in inverno), ma anche quella che viene detta “notte polare”. È causata dall’inclinazione dell’asse terrestre, che, a latitudini estreme, mantiene il sole sotto l’orizzonte per alcuni periodi dell’anno.
La notte polare inizia il 18 o il 19 novembre, giorno in cui il sole tramonta per l’ultima volta. La notte dura per 67 giorni circa, anche se non è sempre profonda: per alcune ore, nei giorni della prima metà della notte polare, il sole sotto l’orizzonte manda comunque un po’ di luce (crepuscolo polare).
Il 22-23 gennaio, il sole inizia a toccare l’orizzonte, e il 27-28 gennaio sorge di nuovo.
A completare il quadro, un po’ depressivo, di Utqiagvik, c’è la fortissima tendenza del clima ad essere nuvoloso. Effettivamente, si tratta di uno dei posti più nuvolosi della Terra.

A maggio, però, inizia il fenomeno opposto alla notte polare, detto “sole di mezzanotte”. Dall’11-12 maggio, il sole non tramonta per circa 80 giorni, fino al 31 luglio o all’1 agosto.

Andrei / Wikimedia
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