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Tra gli artefatti vichinghi sono state trovate lenti ellissoidi quasi perfette. Questo suggerisce che i vichinghi potrebbero aver realizzato il cannocchiale 1000 anni fa, 500 anni prima di Galileo.
Pubblicato il 05/09/2019

Lo ha evidenziato uno studio su alcune sofisticate lenti trovate in un sito vichingo sull'isola di Gotland, nel Mar Baltico. Quelli che all'inizio sembravano soltanto ornamenti si rivelarono essere lenti ellittiche, frutto di una conoscenza che poi è andata persa.
Le lenti vennero chiamate "Visby", in onore del sindaco della città di Gotland dove vennero trovate. Nel 1997, un team di scienziati visitò il luogo per condurre studi più approfonditi, sugli esemplari conservati al museo locale.
Uno di questi era il dottor Schmidt, tedesco, che in seguitò parlò dei suoi studi alla BBC, raccontando di quanto le lenti fossero quasi perfette. Addirittura, pare, si erano rivelate in grado di passare una serie di test con prestazioni simili a quelle ottenute dall'ottica moderna.

mararie - Flickr: crystal ball ii // Wikimedia
Le lenti di Visby erano realizzate con un tipo particolare di cristallo, e mostrano ottime capacità di magnificazione. "Potevano essere usate per realizzare intagli molto fini, per appiccare fuochi e cauterizzare ferite."
I ricercatori ipotizzano che queste lenti venissero usate in sistemi simili a quei cannocchiali che, nel resto d'Europa, vennero scoperti alla fine del XVI secolo.
I primi documenti che parlano di cannocchiali risalgono al 1608, in Olanda. Ma non è ben chiaro chi per primo abbia avuto questa idea. L'anno successivo, a Venezia, si iniziò parlare del fatto che gli artigiani fiamminghi potevano realizzare speciali occhiali che permettevano di vedere oggetti lontani come se fossero vicinissimi. In realtà si pensa che strumenti di questo tipo fossero già utilizzati da qualche anno in Italia, ad esempio dai servizi di spionaggio del Granduca di Toscana.
Galileo studiò il modo di migliorare le prestazioni del cannocchiale, e cercò di attestarsene tutto il merito, senza riconoscere a Paolo Sarpi il fatto di avergli passato l'informazione sui primi studi olandesi.

Frontespizio del Sidereus Nuncius, il trattato di astronomia in cui Galileo riportò le sue scoperte astronomiche
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