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Elinor Powell, l'infermiera afroamericana che si innamorò di un soldato nazista e sfidò il divieto al matrimonio interrazziale
Elinor Powell era un'infermiera afroamericana che servì durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo essere stata assegnata ad un campo di prigionieri di guerra, ella si innamorò di un soldato tedesco. Il matrimonio interrazziale era vietato, ai tempi, ma il loro amore superò ogni ostacolo, e alla fine i due si sposarono, ebbero figli e vissero felici per tutta la vita.
Elinor Powell fu un'infermiera afroamericana che servì nella Seconda Guerra Mondiale. Cresciuta in Massachusetts, dove sua nonna si era trasferita dopo essere fuggita dalla schiavitù in adolescenza, la Powell scelse di unirsi all'esercito, come aveva fatto suo padre durante la Prima Guerra Mondale.
Elinor, insieme a molte altre infermiere di colore dell'Army Nurse Corps, venne assegnata ai campi di prigionia per i soldati tedeschi: uomini che rappresentavano il regime nazista di Hitler, che combatteva per la supremazia della "razza bianca". I soldati venivano mandati lì, e tenuti prigionieri, dopo essere stati catturati in Europa e in Nord Africa. Tra il 1942 e il 1946, ci furono oltre 371mila prigionieri di guerra tedeschi negli Stati Uniti, suddivisi su oltre 600 campi.
Per le infermiere di colore, venire assegnate alla cura dei prigionieri di guerra nazisti era spregevole. Soltanto per poter servire, le donne afroamericane avevano dovuto affrontare un processo lunghissimo e pieno di battaglie legali, e l'esercito aveva espresso con chiarezza la volontà di tenerle lontane. Dopo tutte le difficoltà per entrare nell'Army Nurse Corps, venire mandate a prendersi cura dei soldati di Hitler sembrava un tradimento.
Ad un certo punto, la coorte di Elinor, che comprendeva molte infermiere appena addestrate, venne mandata a Camp Florence, dopo la scoperta di un'eccessiva fraternizzazione tra le infermiere bianche e i prigionieri. Per sostituirle, l'esercito mandò il gruppo di infermiere di colore di cui faceva parte la Powell.
Neanche dal punto di vista lavorativo la condizione di Elinor Powell, e delle altre infermiere di colore nei campi di prigionia, era soddisfacente. I prigionieri erano in buona salute, anche perché era necessario per poter affrontare il volo transatlantico. Le attività delle infermiere erano monotone.
Da un punto di vista sociale, poi, c'era una situazione spiazzante: i prigionieri di guerra tedeschi avevano più "prestigio" delle infermiere di colore. Gli abitati del luogo e gli ufficiali e le guardie dell'esercito erano amichevoli nei confronti dei prigionieri, e mostravano un livello di rispetto che non veniva riconosciuto a soldati di colore, a lavoratori di colore e a infermiere di colore.
Quando i prigionieri tedeschi arrivavano per la prima volta negli Stati Uniti rimanevano shockati dall'esplicita gerarchia razziale intrisa nella cultura e nella quotidianità americane. Vedevano i bagni segregati, i diner che servivano solo bianchi, e quando si imbarcavano sui treni in direzione dei campi di prigionia avevano dei camerieri di colore che si riferivano a loro chiamandoli "signore" ("sir"). Era chiaro che negli Stati Uniti ci fosse un'implicita aspettativa di sottomissione a
i bianchi. Persino i soldati di Hitler rimasero spiazzati.
Elinor rimase a Camp Florence per tutta la durata della guerra, e si innamorò di un prigioniero tedesco, Frederick Albert. Mentre i compatrioti di Elinor Powell la umiliavano con la segregazione, fu il tedesco, fra tutti gli altri, a vederla per quello che era, e se ne innamorò. I due aggirarono le leggi che proibivano severamente il matrimonio interrazziale, e riuscirono a coltivare il loro amore a dispetto di ogni aspettativa. Passarono la vita insieme, cercando comunità in grado di accettarli, e solo 20 anni dopo, nel 1967, le leggi contro i matrimoni interrazziali vennero rimosse.