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L'affascinante modo in cui le api si suddividono il lavoro (e possono anche ricevere delle "promozioni")

Le api dormono tra cinque e otto ore al giorno, e mentre sono addormentate molte di loro si tengono le zampe a vicenda. Le colonie si suddividono il lavoro con accuratezza. Ci sono le pulitici, le nutrici, le guardiane e anche le api magazziniere, il cui solo incarico è quello di immagazzinare il nettare nei favi. Possono anche "fare carriera" e venir promosse a mansioni più avanzate

Pubblicato il 13/03/2022

Le api sono animali incredibili. Anche se il cervello di un singolo individuo ha le dimensioni di un seme di sesamo, le colonie sono in grado di raggiungere un incredibile livello di sofisticazione.

Così come gli umani, anche le api comunicano: lo fanno, ovviamente, in modo molto diverso. Loro danzano, dimenando i corpi e inclinandoli ad angoli specifici e con determinate tempistiche. In questo modo indicano quali sono le aree migliori per raccogliere nettare o polline. Ma soltanto le api raccoglitrici (e quindi le più anziane) lo fanno. Nella colonia delle api c'è una divisione del lavoro molto precisa.

Le api e la suddivisione del lavoro

Le api possono ricoprire sono diversi incarichi: ci sono le pulitici, le nutrici, le guardiane e anche le api magazziniere, il cui solo incarico è quello di immagazzinare il nettare nei favi. Man mano che invecchiano, le api vengono "promosse" a mansioni migliori: all'inizio della vita tendono ad occuparsi della rimozione dei rifiuti, e soltanto più tardi possono diventare raccoglitrici.

Questo vale soltanto per le femmine. I maschi, detti fuchi, non fanno alcun lavoro. Costituiscono circa il 10% della popolazione della colonia, e passano l'intera vita a mangiare miele e ad aspettare l'occasione per accoppiarsi (che, tuttavia, li porta alla morta).

Le femmine, o api operaie, si occupano di far funzionare l'intero alveare. Sono responsabili della costruzione, del mantenimento, della proliferazione della colonia. Ci mettono 21 giorni ad uscire dallo stato larvale e a lasciare la cella. Non appena sono adulte, iniziano immediatamente a pulire la cella per la prossima ape.

Dopo 3 giorni, nuovi ormoni fanno sentire la propria influenza e l'ape è spinta verso la prossima fase: quella in cui si occupano dei piccoli. Dopo ancora, c'è una terza fase che le porta più lontano dal cuore della colonia: quella che riguarda la costruzione di nuove celle e l'immagazzinamento del cibo.

Ape mentre raccoglie il polline

Dopo un'ulteriore settimana, al 41esimo giorno, nuovi ormoni portano l'ape ad allontanarsi ulteriormente e ad intraprendere il lavoro da raccoglitrice. Si tratta del lavoro più pericoloso e forse più importante. Può essere svolto soltanto dalle api più anziane, che sono vicine alla morte.

Il sonno delle api

Le api hanno bisogno di riposare proprio come noi, e dormono più di quanto non si potrebbe immaginare: passano dalle cinque alle otto ore al giorno a dormire, e le api raccoglitrici seguono dei veri e propri cicli sonno-veglia, quando il buio impedisce loro di fare escursioni in circa di polline e nettare.

Il sonno delle api fu scoperto nel 1983 dal ricercatore Walter Kaiser. Osservando un alveare, Kaiser ha notato che le zampe di alcune api iniziavano a piegarsi, mentre la testa si avvicinava al pavimento. Le antenne smettevano di muoversi, e alcune api cadevano di lato, quasi intossicate dal sonno. Molte api,dormendo, si tenevano le zampe a vicenda.

Un'ape europea (Apis mellifera) solitaria sopra a un alveare
Api,
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