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L'acquaponica, il geniale sistema che riutilizza l'acqua per abbatterne i consumi
L’acquaponica combina l’allevamento di pesci con la coltivazione di piante, usando l’acqua e gli scarti dei pesci per nutrire le piante. Può richiedere solo il 2% dell’acqua usata nei metodi standard di coltivazione
Pubblicato il 23/01/2019

Si crea un ambiente simbiotico, una situazione win-win che risulta decisamente soddisfacente.
Nell’acquacultura classica, infatti, le sostanze di scarto prodotte dagli animali possono accumularsi nell’acqua ed aumentarne la tossicità, mentre in un sistema acquaponico le acque vengono date al sotto-sistema idroponico, dove i batteri nitrificanti e denitrificanti possono convertire gli scarti in nitrati, utilizzati dalle piante come nutrienti.
Alla fine, l’acqua viene re-immessa nel sistema di acquacultura.
Il sistema acquaponico è estremamente efficiente per quanto riguarda l’utilizzo d’acqua, che può essere riutilizzata grazie alla relazione simbiotica tra animali e piante. Questa mantiene stabili i livelli di nutrienti e di ossigeno. Le piante recuperano i nutrienti dall’acqua in circolo, che richiede di essere cambiata molto di rado.
L’acquaponica usa circa il 2% dell’acqua che di solito viene utilizzata per la produzione dello stesso ammontare di vegetali con metodi tradizionali. Per giunta, è possibile implementare sistemi con un’altissima efficienza energetica. Questo qualifica questa tecnica come una delle più promettenti per il futuro, in cui le risorse del nostro pianeta saranno sempre più scarse.

Ryan griffis from Urbana, USA // Wikimedia // CC-BY-SA
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