WORLD OPEN NEWS
-
Mondo
Giappone - Russia - Germania - Danimarca - Svizzera - India - Cina - Australia - Francia - Norvegia - New York - Dubai
Storia
Aztechi - Età Vittoriana - Seconda Guerra Mondiale
Piante e animali
Fiori - Alberi - Gatti - Cani - Mucche - Corvi - Aquile - Ricci - Elefanti - Lupi - Pinguini - Panda - Meduse - Koala - Leoni - Delfini - Gufi - Polpi - Scoiattoli - Pipistrelli - Ragni
Personaggi
Ernest Hemingway - Gengis Khan - J. K. Rowling - Ryan Reynolds - Nikola Tesla
Cibo
Birra - Pizza - Caffè
Pirati - Regina Elisabetta - Harry Potter - Gay e omosessualità
I depositi da naufragio neozelandesi hanno salvato la vita a decine di persone sperdute in mare
I depositi da naufragio sono capanne che sono state costruite su isole deserte e che contengono viveri e strumenti per eventuali naufraghi. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, il governo neozelandese fece costruire una corda di questi rifugi sulle loro isole, lungo le rotte commerciali più trafficate. Negli anni, l’iniziativa ha salvato la vita di innumerevoli viaggiatori.

Negli anni ’60 del 1800 c’era una rotta commerciale particolarmente ardua da percorrere. Estendendosi dall’Australia e dalla Nuova Zelanda fino all’Europa, il percorso via mare vide una serie di naufragi.
Nel gennaio del 1864, ad esempio, l’equipaggio di un’imbarcazione si schiantò su un’isola sub-antartica durante una tempesta. Cinque membri dell’equipaggio sopravvissero e portarono a riva una canoa carica di quanto più cibo potessero recuperare. Vi sopravvissero per 19 mesi, vivendo in capanne costruite sul momento e mangiando cuccioli di leoni marini. Alla fine, tre di loro riuscirono a raggiungere un’isola vicina e a mandare soccorsi agli altri.
Quello stesso anno, a maggio, un’altra imbarcazione si schiantò sull’altro lato della stessa isola. Andò peggio: soltanto tre persone superarono l’interno, e alcuni membri dell’equipaggio si cibarono degli altri.
Dopo questi (e altri) incidenti, la Nuova Zelanda e l’Australia decisero di prendere provvedimenti. Iniziarono a costruire una serie di capanne di emergenza, detti “depositi da naufragio” (castaway depots), pieni di provviste e strumenti per chiunque si trovasse sull’isola deserta. Inoltre, su diverse isole vennero introdotte popolazioni di pecore, capre e conigli, per fornire ai naufraghi latte e carne in caso di emergenza.
Da quel momento, inoltre, la Nuova Zelanda ha iniziato ad ispezionare periodicamente le capanne, per controllare che non ci fosse nessuno che necessitasse aiuto. Il piano, a quanto pare, salvò moltissime vite. Nel 1907, ad esempio, l’equipaggio di una nave fece uso di un deposito da naufragio: arrivati su Disappointment Island, su cui il governo non ne aveva ancora costruito uno, i marinai sopravvissero mangiando pesci e un tipo di cavolo nativo dell’isola, finché non riuscirono a raggiungere la vicina Auckland Island e il suo deposito. Tutti i 15 sopravvissuti riuscirono a salvarsi e a tornare a casa.
