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Il terribile veleno dei polpi dagli anelli blu
Non esiste un antiveleno per il morso dei polpi dagli anelli blu. Tuttavia, se si riesce ad attaccare chi viene morso ad un respiratore artificiale per 15 ore, egli potrà sopravvivere senza riportare alcun effetto collaterale.

I polpi dagli anelli blu, del genere Hapalochlaena, sono diffusi dal Giappone all'Australia meridionale, anche se sono piuttosto rari. Questi polpi fanno uso di un particolare sistema di pigmentazione per mimetizzarsi con l'ambiente circostante, ma possono rapidamente cambiare colore e mostrare i loro anelli blu per avvertire i predatori della loro pericolosità.
Benché siano di piccole dimensioni, infatti, i polpi dagli anelli blu sono tra le creature più velenose del mondo. Sono di natura tranquilla, e se si sentono in pericolo il loro primo istinto è la fuga. Se la minaccia persiste, però, il polpo dagli anelli blu può mordere il predatore e questo risulterà in una paralisi e, in natura, nella morte.

Il polpo dagli anelli blu, nonostante le sue piccole dimensioni, ha abbastanza veleno da uccidere 26 umani adulti in pochi minuti. I morsi sono spesso indolori, e molte vittime che non si rendono conto di essere avvelenate fino all'inizio dei sintomi peggiori: difficoltà respiratorie e paralisi.
La principale neurotossina del polpo dagli anelli blu è un composto che era stato chiamato maculotossina, anche se in seguito è stato scoperto che in realtà è identica alla tetrodotossina, una neurotossina che si trova anche nel pesce palla. La tetrodotossina è prodotta dai batteri nelle ghiandole salivari del polpo, ed è in grado di causare una paralisi totale. Le vittime rimangono pienamente consapevoli di ciò che li circonda, ma sono incapaci di muoversi e – un po' come nei peggiori incubi – di avvertire le altre persone della situazione.
Questo effetto è temporaneo e svanirà in un periodo di ore poiché la tetradotossina viene metabolizzata ed escreta dall'organismo. Il trattamento di primo soccorso consiste nella pressione sulla ferita e nella respirazione artificiale una volta che la paralisi ha disabilitato i muscoli respiratori della vittima, cosa che spesso si verifica entro pochi minuti dal morso. Poiché il veleno uccide principalmente attraverso la paralisi, le vittime vengono spesso salvate se viene avviata e mantenuta la respirazione artificiale.
Il trattamento ospedaliero prevede la respirazione artificiale, mantenuta finché la tossina non viene rimossa dall'organismo. Le vittime che sopravvivono alle prime 24 ore di solito si riprendono completamente e senza effetti collaterali.
