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Trasmoz, il villaggio spagnolo che ancora oggi è maledetto e scomunicato dalla Chiesa cattolica

Nel XIII secolo l'intero villaggio di Trasmoz, in Spagna, fu scomunicato per stregoneria. Nel 1511, Papa Giulio II ordinò che il villaggio venisse maledetto. Né la maledizione né la scomunica vennero mai rimosse. Ogni anno, a giugno, si tiene una "fiera della stregoneria", e un abitante viene nominato "Bruja del Año", ovvero strega dell'anno.

Pubblicato il 24/11/2021

"Finora, essere scomunicati e maledetti non è stato male per noi", dicono gli abitanti di Trasmoz, un villaggio che conta 47 anime situato a qualche decina di chilometri a nord-ovest di Saragozza. "Si è rivelato un punto a nostro favore".

Trasmoz è intriso di numerose leggende su streghe e sabba, ma non solo: è l'unica città spagnola ad essere, ad oggi, ufficialmente maledetta e scomunicata dalla Chiesa cattolica. La scomunica, risalente a molti secoli fa, non è mai stata revocata.

Oggi, la cittadina di Trasmoz è fierissima di questa sua storia, e ogni anno si organizza un festival in cui un cittadino viene premiato come "Bruja del Año" (Strega dell'anno), come ringraziamento per i servizi per la comunità. Sulle porte delle case delle persone premiate vengono installate targhe bianche per perpetuare il ricordo della loro onorificenza.

In estate, fino a 6.000 turisti possono visitare il villaggio per il suo festival della stregoneria, che si tiene a luglio. I visitatori esplorano il piccolo museo della stregoneria e ammirano le rievocazioni della maledizione lanciata sul villaggio.

Il passato non ortodosso della cittadina risale a una serie di dispute iniziate più di 700 anni fa. All'epoca, Trasmoz era una prospera comunità di cristiani, ebrei e arabi con un potente avversario: il vicino monastero di Veruela.

Fiorente comunità e potente feudo, ricca di miniere di ferro e argento e vaste riserve di legname e acqua, Trasmoz era però anche territorio laico: a differenza dei terreni circostanti, non apparteneva alla Chiesa cattolica. Per regio decreto, Trasmoz non doveva dunque pagare tasse al vicino monastero di Veruela – e questo fece adirare la Chiesa.

Così, quando iniziarono a girare voci sul fatto che Trasmoz fosse un rifugio per streghe, e che i suoi abitanti si dilettassero nelle attività più turpi, l'abate di Veruela colse l'occasione al volo, chiedendo che l'arcivescovo di Tarazona, la più grande città vicina, la scomunica dell'intero villaggio. Ciò significava che i cittadini non potevano confessarsi o prendere i sacramenti in nessuna chiesa cattolica. Era il 1252. Oggi, gli abitanti di Trasmoz ritengono che la scomunica di tanti secoli prima (e ancora in atto) non fosse altro che un capriccio.

La seconda lite è arrivata più di 250 anni dopo, questa volta per la contesa dell'accesso ai corsi d'acqua che attraversano le vicine montagne di Moncayo. Dopo che i nobili del paese si erano schierati con Trasmoz, il monastero reagì: stavolta con più rabbia. Con il permesso dell'allora papa Giulio II, l'abate recitò una maledizione dai Salmi affinché colpisse Trasmoz.

I frati di quel convento, uno ad uno, scandirono a gran voce i terribili passi del salmo 108, zeppo di profezie di sventura: "Vadano raminghi i suoi figli, mendicando, siano espulsi dalle loro case in rovina. Nessuno gli usi misericordia, nessuno abbia pietà dei suoi orfani. La sua discendenza sia votata allo sterminio".

Ai tempi, le voci sulle "nefandezze" compiute dal villaggio, scomunicato e maledetto, superavano anche le fantasie di un folle. Si diceva che si svolgessero riti blasfemi, orge sataniche, convegni di streghe in presenza del demonio. La scomunica e la maledizione non furono mai revocate: il decreto papale può essere annullato solo da un altro papa (e questo riguarda la maledizione).

Ma già al tempo della maledizione gli abitanti del villaggio se la scrollarono di dosso, e la vita continuò come se nulla fosse accaduto. Ormai c'erano già abituati. Ma la reputazione del luogo è rimasta invariata. Trasmoz divenne noto come un villaggio di stregoneria, e questo ebbe anche conseguenze negative: ancora nel 1860, un'abitante del luogo fu accusata di stregoneria. Si chiamava Joaquina Bona Sánchez, detta Tía Casca, e fu gettata in un ripido burrone dopo essere stata incolpata di un'ondata di morti nel villaggio.

Oggi, invece, le cose sembrano molto più tranquille. Gli abitanti di Trasmoz hanno finalmente fatto pace con il proprio destino da rinnegati. Lo celebrano, ogni estate, e sono pronti ad accogliere chiunque voglia immergersi in questo pozzo oscuro di peccato.

Trasmoz, la città scomunicata e maledettaTrasmozUno dei monumenti alla stregoneria di Trasmoz
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