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Uno studio ha dimostrato che, in media, gli esseri umani provano più empatia verso i cani che verso altri esseri umani

Secondo due studi, infatti, in media gli umani empatizzano maggiormente verso i cani in difficoltà che verso le persone. In un esperimento, la fondazione di ricerca medica per beneficenza Harrison’s Fund ha chiesto a un campione di persone di donare dei soldi per aiutare a salvare la vita di un cane, e a un altro campione di donare soldi per salvare quella di un umano. Ed è stato proprio il cane, pare, a ricevere più donazioni.
Un'altra ricerca è quella di Jack Levin e Arnold Arluke, dell’Università di Boston. Ai 240 partecipanti è stato dato uno di quattro ritagli falsi di giornale. Tutti descrivevano un attacco con una mazza da baseball. Le quattro versioni variavano per la vittima: era un bimbo di un anno, un cucciolo di cane, un 30enne umano o un cane di 6 anni.
I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di descrivere le proprie emozioni per misurare l’empatia. I livelli di empatia risultati sono stati quasi uguali per il bambino, il cane adulto e il cane cucciolo, mentre l’umano adulto ha provocato una risposta più fredda.
Gli scienziati pensano che molte persone vedono i cani come “bebè pelosi” e sostengono che l’empatia sia suscitata dal senso di impotenza evocato al pensiero di un cane in difficoltà. L’empatia è correlata alla vulnerabilità della vittima, e i cani vengono percepiti come estremamente vulnerabili.
I due studiosi hanno condotto la ricerca dopo essersi accorti che, nel 2014, una pagina Facebook a supporto di un pitbull condannato all’eutanasia per aver gravemente ferito un bimbo aveva raggiunto 40.000 mi piace. Quella a supporto del bimbo ferito, invece, solo 500.

Alexis da Pixabay
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