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Il pilota giapponese Nobuo Fujita ha donato un'antica katana di famiglia ad una città da lui bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il pilota giapponese Nobuo Fujita bombardò una città in Oregon. Vent'anni dopo, Fujita è tornato nella stessa città portando una katana che la sua famiglia possedeva da 400 anni, donandola ai cittadini come simbolo del proprio pentimento.
Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, il 9 settembre del 1942, il pilota giapponese Nobuo Fujita attaccò gli Stati Uniti d'America. Più precisamente, bombardò una foresta vicino a Brookings, Oregon.
Decollando da un sottomarino al largo della costa Pacifica, Fujita pilotò il proprio aereo fino ad un punto vicino al confine con la California, per poi lanciare due bombe incendiarie. "La missione mi ha spaventato a morte. Non pensavo che sarei tornato vivo" avrebbe raccontato in seguito Fujita.
Le bombe lanciate dal pilota giapponese non ebbero l'effetto desiderato (ovvero la generazione di un grande incendio). Ma Fujita tornò a casa vivo.
Nel 1962, l'uomo era decisamente pentito delle sue azioni. Quando la città di Brookings lo invitò come ospite dell'annuale festival dell'azalea, portò con sé una katana che la sua famiglia possedeva da 400 anni. Terrorizzato dalla prospettiva di ricevere un'accoglienza ostile (se non violenta), se le cose fossero andate male progettava di commettere il seppuku (il suicidio rituale) con quella stessa spada.
"Non sapevo come le persone avrebbero reagito. Pensavo che potessero lanciarmi rocce o uova, o anche peggio". Ma per fortuna la città lo accolse con rispetto e affetto, benché la sua visita abbia ovviamente suscitato qualche controversia.
Allora, Nobuo Fujita donò a Brookings la sua antica katana, come simbolo del proprio profondo pentimento per le azioni commesse durante la guerra. L'uomo tornò più volte a visitare la città, fino alla sua morte avvenuta nel 1997 all'età di 85 anni. Oggi, il pezzo viene conservato presso la biblioteca della città.