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Mary Shelley, tenne il cuore di suo marito con sé per quasi 30 anni

L’autrice di Frankenstein, Mary Shelley, tenne il cuore di suo marito morto e lo portò con sé per quasi 30 anni, finché non morì nel 1851. Il cuore venne trovato in un cassetto della sua scrivania un anno dopo, incartato in una copia di uno degli ultimi poemi di lui.

Pubblicato il 14/09/2022

Mary Shelley (1797- 1851) è stata una scrittrice britannica conosciuta per aver scritto, a soli 18 anni, quello che viene considerato il primo romanzo gotico di fantascienza, Frankenstein, che venne poi pubblicato nel 1818.

A 16 anni, Mary dichiarò il proprio amore a Percy Shelley, un uomo all'epoca già sposato. I due fuggirono in Europa. Nel 1822, nel mezzo di una tempesta estiva a La Spezia, Percy annegò. I suoi resti furono ritrovati alcuni giorni dopo da un amico, lo scrittore Edward John Trelawny, e bruciati in un falò sulla spiaggia. Tuttavia, con gran sorpresa di tutti, il cuore di Percy sembrava non voler bruciare.

Il cuore, alla fine, venne raccolto dalle ceneri e consegnato a Mary. L’aneddoto relativo al cuore di Percy, che sconfina leggermente nella leggenda, è stato spiegato in vari modi. Trelawny disse che era colpa della morte da soffocamento, che riempiva il cuore di sangue e lo rende più difficile da consumare. Alcuni sostennero che non si trattava per davvero del cuore, ma piuttosto del fegato, saturo di acqua di mare. Altri ancora dissero che il cuore di Percy non era bruciato perché era stato precedentemente calcificato da una tubercolosi.

Mary Shelley tenne con sé il cuore del marito fino al 1851, anno della sua morte. L’anno successivo, suo figlio trovò i resti del cuore del padre in una scatola che Shelley aveva tenuto nella sua scrivania. Il cuore era avvolto in un drappo di seta insieme ad un po’ delle sue ceneri, e ad un passaggio dell’ultimo poema di Percy, Adonais.

Ritratto di Mary Shelley (particolare) di Richard Rothwell (1840)
 
Louis Édouard Fournier, La cremazione di Percy Bysshe Shelley, olio su tela
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