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La teoria dell'immortalità quantistica
Esiste una teoria, chiamata "immortalità quantistica", secondo cui la coscienza si trasporterà sempre in una realtà alternative in cui sopravvive ad eventi altrimenti fatali

In meccanica quantistica c’è un esperimento concettuale conosciuto come esperimento del suicidio quantistico.
La meccanica quantistica e l'ipotesi dei molti mondi
L’esperimento è una variante di quello del gatto di Schrödinger, visto dalla prospettiva del gatto stesso. Il suicidio quantistico potrebbe dimostrare, in principio, se l’interpretazione dei molti mondi della meccanica quantistica è corretta o no.
Secondo l’interpretazione dei molti mondi, ogniqualvolta una misura quantistica avviene, tutti i risultati della misura esistono effettivamente, in "differenti ramificazioni" della realtà. Ad esempio, quando apriamo la scatola del gatto di Schrödinger noi potremo sapere che il gatto è vivo o che è morto. Avremo effettuato la misura quantistica osservando il sistema. Prima dell’osservazione, entrambe le condizioni erano vere. Dopo, una sarà vera in un ramo della realtà e l’altra in un altro.
La teoria dei molti mondi vorrebbe che, se le particelle quantistiche di per sé non “scelgono” tra l’opzione A e l’opzione B, allora tutte le possibili realtà esistono effettivamente. È l’atto dell’osservazione che definisce in qualche realtà ci troviamo.

Il suicidio quantistico e l'immortalità quantistica
La persona che effettua la misura ha il 50% di probabilità di finire in una delle due ramificazioni. In un suicidio quantistico, un ricercatore si siede davanti a una pistola carica, il cui grilletto è azionato, oppure no, a seconda del decadimento di alcuni atomi radioattivi. In ciascuna prova, egli ha il 50% di probabilità di morire. Ma se dovesse morire, non potrebbe esserne consapevole.
Dopo che la prova è stata ripetuta, ad esempio, 100 volte, se lo sperimentatore è ancora vivo lo saprebbe. Ma saprebbe anche che si è ramificato in un universo parallelo per 100 volte, e ogni volta si è trovato nel particolare mondo in cui è sopravvissuto. Se ad ogni “punto di morte” c’è la possibilità di uscirne, allora la coscienza si muoverà verso l’universo parallelo dove può esistere.
Bisogna specificare, però, che l’immortalità quantistica è stata concettualizzata soltanto nell’ambito del suicidio quantistico. Questa teoria non suggerisce che la coscienza sia effettivamente immortale in ogni situazione. Dobbiamo capire molto meglio i principi del dominio quantistico prima di poter fare ulteriori ipotesi. Inoltre, questa teoria presuppone l'esistenza di una coscienza disaccoppiata dal corpo. I dibattiti sul dualismo mente-corpo non sono ancora del tutto giunti a una soluzione, ma le più recenti ricerche in ambito neuroscientifico non hanno ancora trovato nulla che suggerisca l'esistenza di una coscienza che sia separata dai processi cerebrali, e dunque dalle strutture cerebrali sottostanti.
