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Jam Sahib, il Maharaja indiano che salvò 1000 orfani polacchi durante la Seconda Guerra Mondiale

Il Maharaja (sovrano) del distretto indiano di Jamnagar scelse di accogliere 1000 orfani polacchi, sia ebrei sia cattolici, che erano rimasti profughi durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la macchina della morte di Hitler infuriava sull'Europa. Il Maharaja si prese cura di loro, e disse ai bambini: "Forse non avete più i vostri genitori, ma ora sono io vostro padre"

Pubblicato il 30/12/2019
Fonte: Wikipedia inglese (link alla fonte principale)
Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la "macchina della morte" nazista infuriava sull'Europa, seminando terrore e distruzione su tutto il continente, moltissimi orfani polacchi si trovarono di fronte a un futuro incerto. Erano sia ebrei sia cattolici, e la loro vita sembrava ormai non avere più speranze. Ma un raggio di speranza apparì all'orizzonte quando un Maharaja (membro della nobiltà indiana) di uno stato principesco indiano accettò di accorgerli e di prendersi cura di loro.

Il generale Władysław Sikorski, il primo Primo Ministro del Governo polacco di esilio e capo delle forze armate polacche, scrisse al primo ministro Churchill per pregarlo di curare la sicurezza e la protezione dei bambini polacchi dispersi e affamati, il "tesoro della Polonia", come li chiamò lui.
L'India, ai tempi, era alle prese con le lotte per l'indipendenza dal dominio colonialista britannico, e affrontava anche una carestia. Ma il Jam Sahib (un altro modo per indicare il "re"), così come era chiamato il Maharaja Digvijaysinhji Ranjitsinhji Jadeja di Nawanagar, decise lo stesso di intervenire.
1000 bambini polacchi partirono per l'India nel 1942, dalla Siberia, dove era precedentemente fuggiti dopo l'invasione sovietica della Polonia.
Il Jam Sahib accolse i bambini dopo il loro viaggio tortuoso e terribile. Stabilì un campo a 25 km dalla capitale Jamnagar. Il campo rimase fino al 1946, e in seguito i bambini furono trasferiti ad un altro campo nel Kolhapur.
La Croce Rossa, l'Esercito Polacco in esilia e le amministrazioni coloniali aiutarono ad organizzare il campo, ma fu il Maharaja a giocare un ruolo fondamentale per il benessere dei piccoli.
L'ambasciatore polacco Piotr Klodkowski raccontò che "fu creata una scuola abbastanza grande per i bambini" e il Maharaja disse "magari non avete i vostri genitori, ma io sono vostro padre adesso". I bambini lo chiamavano "il nostro Bapu" (che significa, appunto, "padre").

La Polonia ricorda il gesto del Maharaja in molti modi. A Varsavia c'è il Good Maharaja Square in sua memoria, ma nel paese esiste anche una scuola col suo nome, dal momento che teneva all'educazione dei bambini.

Jam Shri Digvijaysinhji Ranjitsinhji Jadeja, Maharaja Jam Saheb di Nawanagar
PD // Wikimedia

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