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L'enorme potenziale di memorizzazione di dati del DNA
Il DNA ha un grande potenziale di memorizzazione di dati, visto che è molto compatto. i ricercatori sono riusciti ad archiviare con successo un intero sistema operativo e un vecchio film francese in singole molecole, in seguito recuperando i dati senza errori.
Pubblicato il 15/03/2018
Fonte:
Nature, Science
(link alla fonte principale)
Sono stati creati più dati negli ultimi 3 anni che in tutta la storia precedente dell'umanità. E i dati sembrano destinati a moltiplicarsi ulteriormente, con l'avanzamento tecnologico, nuovi dispositivi e l'Internet delle Cose.
Presto, potremmo non essere più in grado di ospitare queste enormi moli di dati sui nostri attuali dispositivi di archiviazione. Ne servono di nuovi. E il DNA è un validissimo candidato.
In teoria, la capacità di archiviazione del DNA è così efficiente che potrebbe contenere tutti i dati mai prodotti dagli umani in un supporto che potrebbe entrare in una sola stanza. Si parla di 215 petabytes (215 milioni di gigabytes).
Uno dei vantaggi del DNA è che è ultracompatto. Inoltre, può durare centinaia di anni se tenuto alle giuste temperature e al giusto livello di umidità. Si tratta di un linguaggio che non diventerà mai obsoleto, facendo parte di noi stessi.
L'unico limite del DNA risiede negli errori di scrittura e lettura, abbastanza frequenti. Ma questi sono aggirabili grazie ad algoritmi di correzione dell'errore.
I primi esperimenti per registrare dati nel DNA sono avvenuti nel 2012. Alcuni genetisti di Harvard hanno inserito un libro di 52000 parole in frammenti di DNA usando le quattro lettere di DNA (A, G, T, C) per codificare gli 0 e gli 1 del file digitale. Questo primo schema era però relativamente inefficente (ma comunque in grado di codificare 1,28 petabytes per grammo di DNA).
Erlich e Zielinski hanno più di recente studiato un nuovo algoritmo per gestire i dati, e hanno inserito in molecole di DNA sei file: un sistema operativo di computer, un film francese del 1895, un virus di computer, un articolo scientifico del teorico dell'informazione Claude Shannon.
Quando le informazioni sono state nuovamente convertite in formato digitale, i nuovi file non contenevano neanche un errore, e potevano anche essere replicati senza problemi. Un miracolo.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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