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Durante la Grande Depressione, i proprietari dei mulini decoravano i propri sacchi per per permettere alle contadine di ricavarne vestiti per bambini
Nel 1939, in Kansas, i proprietari dei mulini si resero conto che le donne utilizzavano i loro sacchi per realizzare dei vestiti per i bambini. Così, i mulini iniziarono ad usare sacchi con decorazioni di vario tipo, e resero più facile lavar via il logo del produttore. In questo modo, anche durante i tempi duri della Grande Depressione, i bambini potevano avere dei bei vestiti.

Negli anni '20 e negli anni '30, durante la Grande Depressione, i contadini degli Stati Uniti dovevano lavorare duro e stringere la cinghia. Per questo, le famiglie cercavano sempre i modi per non sprecare nulla, e riutilizzare tutto ciò che potevano.
Con i sacchi vuoti della farina, ad esempio, le donne delle fattorie realizzavano degli umilissimi vestiti per bambini, ma anche asciugamani e tende. Entro gli anni '40, i proprietari dei mulini e i produttori dei sacchi iniziarono a cambiare l'aspetto dei sacchi per fare in modo che i bambini potessero avere dei bei vestiti, ma anche per aumentare le vendite, attirando le contadine con tessuti colorati ed appariscenti. Le aziende includevano anche delle istruzioni per lavare via l'inchiostro del logo, in modo da ottenere vestiti "non brandizzati".
Durante la Seconda Guerra Mondiale, poi, i tessuti di cotone per i civili furono ancor più difficili da trovare, e questo aumentò ulteriormente la necessità di riciclare tutto il possibile. Il governo incoraggiò ogni forma di riutilizzo dei materiali, inclusa questa, e dopo la guerra le donne delle campagne consideravano ormai "di moda" i vestiti ricavati dai vecchi sacchi. Si tenevano vari contest per permettere loro di mostrare le abilità di cucito e per lasciare che i produttori sfoggiassero i propri design. Le donne vendevano anche i sacchi di troppo per racimolare qualche soldo per la famiglia.
